Mentre salgono a 111 i corpi recuperati dopo la tragedia di ieri a Lampedusa (decine di cadaveri sono ancora incastrati nel relitto della barca affondata,  i superstiti  sono 155) torna in primo piano una proposta già sentita molte volte: il Nobel per la Pace all’Isola. Una proposta già lanciata dalla Cei nel 2011, nell’anno della Primavera araba, quando la più grande delle Pelagie si ritrovò da sola a fronteggiare un fenomeno migratorio di proporzioni bibliche, rilanciata quest’anno, in occasione della visita di Papa Francesco sull’isola, lo scorso Luglio.

Ora l’argomento sembra avere trovato condivisione: “L’Italia candiderà Lampedusa per il Nobel per la Pace Il Governo- ha detto  il ministro dell’Interno Angelino Alfano, chiamato a riferire in Parlamento sulla strage -e speriamo  che a questa richiesta si aggiunga l’intera Unione Europea”.

Da tutto l’arco parlamentare arrivano dichiarazioni a raffica in sostegno della candidatura.

Anche dalla seconda carica dello Stato: “Io già  mi sono espresso in senso positivo proprio perché Lampedusa con i suoi cittadini si è mostrata in prima linea soprattutto tramite i cittadini che hanno visto sconvolta la loro vita dice il Presidente del Senato, Piero Grasso. Che aggiunge: “Pensi a Lampedusa come perla di turismo nel mar Mediterraneo che invece ora viene vista solo come l’isola degli sbarchi. Io penso che la candidatura per il Nobel della pace sarebbe un segnale di riconoscenza nel nostro Paese e anche nei confronti di questi cittadini che hanno visto sconvolta la loro vita”.

Che sia la volta buona?

Cei: “Lampedusa, un’Isola da Nobel”