Il corpo di Franco Giuffrida, 64 anni, è stato ritrovato intorno alle 16 a poca distanza dallo specchio d’acqua dove era stato avvistato l’ultima volta martedì, di fronte al numero 90 di via Spiaggia, sul lungomare di Stazzo (frazione marinara di Acireale). Il ritrovamento è avvenuto a circa tre metri di profondità dopo due giorni di ricerche ininterrotte condotte, anche per via delle condizioni meteo non favorevoli che potrebbero essere la causa della scomparsa dell’uomo, con l’impiego dei mezzi navali, di un elicottero e con l’impiego del nucleo subacqueo della Guardia costiera di Messina e del nucleo Sommozzatori dei Vigili del fuoco di Catania, che hanno operato materialmente il ritrovamento. A denunciarne la scomparsa è stato il figlio, mercoledì mattina, dopo che per tutta la notte suo padre non era tornato a casa.

Le operazioni di ricerca, sotto il coordinamento della Sala Operativa della Direzione marittima di Catania, hanno permesso già ieri di effettuare una prima ricostruzione di quanto accaduto. Per la sua battuta di pesca Giuffrida si sarebbe diretto verso Nord – cioè verso Messina -, circostanza confermata da un altro sub che lo ha incrociato prima della scomparsa giorno 27, che sarebbe andato a Sud, in direzione Catania. Al momento di uscire, il secondo uomo avrebbe visto la luce della torcia del disperso nella zona del punto di uscita. Motivo per il quale, confermano dalla capitaneria di porto, le ricerche si sono concentrate in quel punto e nell’area circostante. «È una zona di fondale lavico – dicono dalla guardia costiera – è difficile individuare elementi utili tra le rocce». Come previsto il corpo non è risalito a galla, poché sono rimasti attaccati i pesi usati per mantenersi vicino al fondo per la pesca.

Il corpo di Giuffrida, a seguito di ispezione sanitaria a cura del personale del 118 intervento sul posto, su disposizione dell’autorità giudiziaria è stato consegnato ai familiari.