L'Assemblea regionale siciliana ieri ha recepito la norma introdotta con la finanziaria dello scorso anno, che rimanda al 2033 il termine delle autorizzazioni per sfruttare le aree demaniali. Pareri discordanti tra i parlamentari. Soddisfazione tra gli imprenditori
Spiagge, i gestori dei lidi ottengono la proroga per 15 anni M5s: «Regalo ai privati». Figuccia: «Sicilia come California»
Alla fine la norma che prevede la proroga delle concessioni demaniali per i lidi è passata anche in Sicilia. I gestori delle strutture attrezzate su spiagge e scogliere dell’isola possono tirare un respiro di sollievo. L’Ars ieri sera ha recepito quanto previsto dalla finanziaria nazionale dello scorso anno, spostanto al 2033 il termine delle autorizzazioni in vigore. Nessun effetto ha avuto la pregiudiziale presentata dal Movimento 5 stelle, che ha posto il problema della difformità della norma nazionale rispetto a quanto previsto in Europa in merito alla concessione ai privati di terreni demaniali. Il nodo principale riguardava l’origine delle attuali concessioni ottenute in assenza di bandi a evidenza pubblica.
«È stato un grave errore recepire, in modo così semplicistico, la legge nazionale sul rinnovo tacito delle concessioni demaniali – commenta il gruppo all’Ars del M5s -. Nella disordinata situazione siciliana, in alcune zone dell’Isola i privati la fanno da padrone nelle spiagge, in spregio ai più elementari diritti dei bagnanti. Non è raro che ai cittadini vengano negati non solo l’accesso, ma anche la semplice vista del mare per interi chilometri di costa, come nel caso, ad esempio, della Playa di Catania». I deputati pentastellati rilanciano poi la questione dei Pudm, i piani di utilizzo del demanio marittimo di cui ogni Comune costiero dovrebbe dotarsi ma che, a oggi, non sono stati approvati dalla stragrande maggioranza dei consigli comunali. «Un rinnovo automatico – proseguono i deputati – che rischia in alcuni casi di sanare situazioni al limite della legalità. Tutto questo in un territorio privo di regole unitarie, senza i principali strumenti di pianificazione e nel quale le leggi in materia, di fatto, non sono mai state applicate».
Tra gli altri deputati regionali c’è anche però chi esulta. «Il recepimento della norma nazionale, che dà la possibilità di estendere le concessioni demaniali marittime fino al 2033, ci consente di allinearci rispetto al resto d’Italia – dichiara Danilo Lo Giudice, già sindaco di Santa Teresa di Riva, tra i centri che hanno ricevuto negli anni scorsi la bandiera blu -. Anche in Sicilia sarà possibile garantire un futuro e una continuità alle quasi tremila aziende che operano in questo settore insieme ai centomila lavoratori del settore, che attendevano una risposta concreta da parte della Regione Siciliana. Si tratta di una norma importante non solo dal punto di vista occupazionale – continua Lo Giudice – ma sopratutto a tutela e garanzia degli investimenti che sono stati fatti negli anni per la nascita di numerose attività produttive, che fino a ieri non avevano certezza del futuro».
Giudizio positivo anche da parte di Vincenzo Figuccia, del Gruppo misto. «Questa norma tutela tutte quelle attività commerciali e imprenditoriali che insistono nelle aree di costa – commenta Figuccia -. Preservarle significa poter garantire uno sviluppo economico e turistico dei nostri litorali. Così funziona in giro per il mondo e questo bisogna poter realizzare per immaginare una Regione con uno sviluppo come avviene per la California». Sorrisi anche tra gli imprenditori rappresentati dalla Cna, la confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. «Una battaglia vinta. La nostra azione, ferma e decisa e costante nei confronti della deputazione e del governo, ha prodotto i suoi frutti».