E’ stata una serata movimentata quella di ieri allo Sperone, nei pressi di via XVII Maggio. La causa è da ascrivere alla censurabile condotta di guida e a quella comportamentale di G.S., un 41enne di Passaggio Bernardino Verro, individuo noto per i suoi trascorsi criminali. I poliziotti di una pattuglia del commissariato Brancaccio in servizio di controllo […]
Sperone, aggredisce gli agenti di polizia Arrestato 41enne dopo guida spericolata
E’ stata una serata movimentata quella di ieri allo Sperone, nei pressi di via XVII Maggio. La causa è da ascrivere alla censurabile condotta di guida e a quella comportamentale di G.S., un 41enne di Passaggio Bernardino Verro, individuo noto per i suoi trascorsi criminali. I poliziotti di una pattuglia del commissariato Brancaccio in servizio di controllo del territorio lungo la via XVII Maggio, hanno incrociato il passaggio di una Fiat Punto ad alta velocità il cui autista, non soltanto ha imboccato contromano e pericolosamente una via del luogo ma ha disatteso le indicazioni di arrestare la marcia rivoltegli con segnali acustici e luminosi dai poliziotti.
Con sfrontatezza e tracotanza, G. S. ha fermato il veicolo nei pressi della sua abitazione e, sceso dall’abitacolo, spinto dai fumi dell’alcool, si è violentemente scagliato contro gli agenti che gli chiedevano spiegazioni in merito alle sue spericolatezze. Il giovane, anche grazie al capannello di residenti-curiosi che si sono affollati su strada, è riuscito a defilarsi dal luogo del controllo e a raggiungere il suo appartamento dal balcone del quale ha sfidato provocatoriamente gli agenti.
I poliziotti, anche grazie all’arrivo di altre pattuglie fatte convergere allo Sperone sono riusciti a raggiungere l’appartamento e a bloccare il malvivente che è stato condotto in questura. G.S., anche alla luce della circostanza che uno dei poliziotti coinvolti nel corso del primo intervento è stato costretto a ricorrere a cure ospedaliere, è stato arrestato e dovrà rispondere dei reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
(fonte: questura di Palermo)