Il bersaglio doveva essere Gaetano La Vecchia, rimasto ferito poco sotto l'addome. Ma a rimanere coinvolte nell'agguato sono state anche la compagna, colpita con una sedia, e la suocera di lui, Teresa Caviglia, raggiunta al braccio da un proiettile. Pare che l'uomo avesse avuto una relazione con la moglie di uno degli aggressori
Sparatoria via Brigata Aosta, tre i fermati Spedizione punitiva per questioni di corna
Silvestro Silvio Sardina, il figlio Francesco Paolo, per tutti solo Paoluzzo, e il cugino Juzef Sardina ‘u tunisino. Questi i nomi dei tre presunti responsabili della sparatoria avvenuta in via Brigata Aosta il 2 gennaio e adesso fermati dalla Mobile e portati al Pagliarelli. Sono tutti ritenuti responsabili in concorso del duplice tentato omicidio di Gaetano La Vecchia e della suocera Teresa Caviglia, rimasti feriti durante l’agguato subito al cosiddetto palazzo di ferro, nomina che la palazzina si è guadagnata per via dell’alto numero di pregiudicati che vi abitano.
Le indagini si sono concentrate subito sulle testimonianze raccolte e sulle intercettazioni avviate la sera stessa del tentato omicidio. Le cimici degli investigatori sono state collocate anche all’interno della stanza di Villa Sofia dove sono stati ricoverati i feriti. La vittima designata, secondo quanto emerso dalle indagini effettuate, era proprio La Vecchia, contro cui i tre fermati avrebbero messo in atto una spedizione punitiva dettata da una questione di corna. Il tentativo, però, sfuma, e i tre si limitano a ferire la donna a un braccio e l’uomo all’inguine. Ma a restare coinvolta durante l’aggressione è anche la compagna di La Vecchia, colpita con una sedia, mentre la figlia viene minacciata con una pistola.
«Silvio – dice, intercettata, una parente di La Vecchia a un parente in un colloquio al Pagliarelli – è un cornuto e quella b… di sua moglie s’ammucca con Gaetano, escono insieme, sembrano una famiglia. Sta per esplodere la bomba». Quella del 2 gennaio, quando Silvio Sardina decide che è arrivato il momento di punire La Vecchia per la presunta relazione con sua moglie. La pista passionale, d’altronde, è stata una delle prime prese in considerazione: l’uomo che ha avvisato il 113 da una cabina di corso dei Mille, aveva infatti parlato subito di una questione di tradimenti: «C’è un macello, correte subito perché ci saranno più omicidi».
Ad agguato fallito e ad allarme ormai lanciato, intanto, mentre il personale della Mobile eseguiva perquisizioni e quello della Scientifica ultimava il sopralluogo, da un balcone dello stesso stabile vengono lanciati circa 15 kg di droga fra hashish, marijuana e cocaina. Gli investigatori stanno eseguendo accertamenti per risalire ai detentori della sostanza.