Sp 119 chiusa da 13 anni, sindaco di Polizzi si incatena «Ostaggio di cavilli burocratici, una farsa pirandelliana»

Dopo il temporaneo accampamento in tenda lungo la strada provinciale 119, la cosiddetta Polizzi-Piano Battaglia, chiusa da 13 anni, il sindaco polizzano Giuseppe Lo Verde ha deciso di sperimentare una nuova forma di protesta per riaccendere i riflettori sull’annosa vicenda. Domani infatti dalle 12 si incatenerà in mezzo alla piazza principale di Polizzi, e lo farà per un’ora tutti i giorni. Mentre nel week end rimane fissa la tenda-ufficio lungo la provinciale. E promette altre azioni eclatanti, fino a che la situazione non si avvierà verso una soluzione. È il lontano 2006 quando un’ordinanza comunale blocca la viabilità della Sp 119, in seguito alla caduta di alcuni massi dal costone roccioso a ridosso anche di alcune case private. Un episodio tamponato al momento, ma che ha bloccato letteralmente la situazione dell’intera strada, sulla carta interdetta alla viabilità.

«Mi sembra che il sistema che va per la maggiore sia quello di fare passare tutto sotto silenzio», osserva il primo cittadino. Anche se la protesta in tenda dei giorni scorsi è riuscita quantomeno a sollecitare altri sindaci del comprensorio, da quello di Isnello Marcello Catanzaro, che si è mobilitato subito recandosi anche lui nella tenda-ufficio di Lo Verde e della sua giunta, a quello di Collesano Giovanni Battista Meli. Mentre altri sembra abbiano preferito, fino ad ora, tenersi a distanza. «Questione di interessi? Chi lo sa – continua il sindaco di Polizzi -. Intanto questo fine settimana è successo l’inferno a Piano Battaglia, basta che cada un albero o un tir si metta di traverso, che si blocca tutto. Ma nessuno capisce che quella famosa strada tenuta in ostaggio dal 2006 è soprattutto una via di fuga importantissima, non ci sono solo il turismo e l’economia».  

Intanto, mercoledì verrà effettuato un sopralluogo sul famigerato costone da cui si staccarono quei massi che decretarono la chiusura della provinciale. Ci saranno i funzionari della protezione civile e i rappresentanti di Provincia e Comune per monitorare la situazione. «Stanno venendo dopo 13 anni, però – ribatte Lo verde -. Capisco che è dovuto, ma non è un intervento risolutivo. A me interessa che vengano immediatamente prese delle iniziative concrete per riaprire quella strada. Che, lo voglio ribadire, non è dei polizzani, riguarda tutti, è strategica. Soprattutto nell’ottica dei week end in montagna, per i quali pur non essendoci ancora una vera e propria cultura, fa registrare già un vero e proprio assalto da parte delle persone, ma è tutta improvvisazione».

Oltre il danno, c’è anche la beffa. Perché in quanto primo cittadino Lo Verde deve garantire che da Polizzi non salgano automobili in direzione di Piano La Colla, passando appunto per la strada interdetta. Ma che, nei fatti, è fatta quotidianamente oggetto di transito malgrado sia ufficialmente chiusa. Una circostanza che contribuisce ancora di più ad alimentare l’amarezza e la rabbia del sindaco. «Per questo domani ritorno con questa nuova protesta, perché qualcuno deve darci ascolto. A partire dal presidente della Regione, che forse non legge i giornali – ironizza per sdrammatizzare -. Fanno tutti orecchie da mercanti? Forse non sono in condizione di dare risposta o non vogliono? Non lo so, ma è una battaglia che io e i miei concittadini vogliamo portare fino in fondo con dignità, non mi interessa fare spettacolo». Da mercoledì, a seguire a ruota il sindaco in questa nuova protesta sarà anche la sua giunta. Fino a quando la tenda-ufficio non sarà spostata direttamente sotto al palazzo della Regione: «A quel punto dovranno sapere per forza – insiste infine Lo Verde -. Fosse una somma enorme, quella da tirarsi fuori, lo capirei. Ma qua si tratta di cavilli burocratici. Questa, tra le strade che portano a Piano Battaglia, magari è pure la più sicura, insomma è una farsa pirandelliana». 


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