«Il soggetto principale dei racconti di Maria Grazia erano i bambini». Queste poche parole di Mario Cutuli bastano per far comprendere appieno le volontà che hanno spinto la fondazione Maria Grazia Cutuli ad intraprendere il progetto della costruzione di una scuola elementare a Kush Rod (nel distretto di Injil a Herat, in Afghanistan) intitolata alla memoria della giornalista catanese.
Un video, con i progetti e le prime immagini della struttura, è stato mostrato al pubblico intervenuto alla Casa del vendemmiatore di Santa Venerina (Catania) in occasione della consegna del premio intitolato alla reporter del Corriere della Sera uccisa il 19 novembre 2001.
La struttura, presentata anche alla Biennale di Venezia, sarà integrata perfettamente nel paesaggio locale e servirà ai circa 600 bambini della zona.
È stato sempre Mario Cutuli, fratello della giornalista, architetto e presidente della onlus, a descrivere le condizioni attuali in cui studiano i ragazzi del villaggio: «in una struttura che di notte ospita le pecore dei pastori e di giorni i loro figli».
Durante la presentazione del progetto, è arrivato anche un importante annuncio: l’aiuto che verrà dalla sezione catanese dell’Associazione nazionale costruttori edili. Andrea Vecchio – presidente dell’Ance, noto per il suo impegno contro il racket mafioso – ha assicurato che l’ente parteciperà alla costruzione della biblioteca della scuola. La Fondazione Cutuli aveva, infatti, chiesto un patrocinio, accolto all’unanimità dal Comitato dell’Ance che si impegnerà a finanziare la realizzazione dell’edificio.
La scuola è stata progettata come un grande spazio, circondato da un muro come nelle strutture tipiche dell’architettura afghana, composto da pieni (le numerose aule) e vuoti (orti e giardini per le lezioni all’aperto) nel quale il colore dominante è uno stupefacente azzurro creato appositamente da un colorificio veneziano.
«Tra qualche giorno andremo a controllare lo stato dei lavori e a marzo speriamo di poter inaugurare la scuola» ha affermato Mario Cutuli. Il progetto, realizzato da un team di architetti guidato dallo stesso Cutuli, è sostenuto economicamente dai soci della onlus e coadiuvato tecnicamente dal contingente militare italiano di stanza a Herat.
Immagini tratte da Corriere della sera.it
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