Sindaci allarmati per rischio aumento su tassa rifiuti Crocetta: «Sembra una guerra a difesa dell’evasione»

Tra Crocetta e i sindaci siciliani è di nuovo scontro. L’attacco, questa volta, arriva dall’associazione dei Comuni, che in una nota chiede «che la Regione siciliana adotti provvedimenti legislativi urgenti che assicurino la copertura economica del vertiginoso aumento dei costi del servizio integrato dei rifiuti (TARI) che grava su tutti i Comuni siciliani e in maniera particolare in territori come quello dell’Agrigentino, dove i sindaci hanno visto, in questi ultimi mesi, lievitare ulteriormente i propri costi a causa della chiusura delle discariche di Sciacca e Siculiana».

Il presidente Leoluca Orlando e il segretario generale Mario Emanuele Alvano criticano soprattutto un punto dell’ordinanza di Crocetta dello scorso giugno: quello che prevede l’invio di commissari straordinari nei Comuni per «disporre variazioni di bilancio e rettificare le aliquote Tarsu o dei valori Tia (la tariffa comunale di igiene ambientale che ha sostituito la Tari ndr)». In sostanza una ulteriore vessazione per i cittadini che si vedranno ulteriormente tassati per un servizio scadente. L’ordinanza prevedeva infatti che «il dipartimento regionale dei Rifiuti dovrà predisporre un piano di azione che preveda la nomina presso i comuni di commissari straordinari autorizzati a disporre variazioni di bilancio, nonché rettifiche delle aliquote Tarsu o dei valori Tia, in coerenza allo standard medio di riferimento per la tariffa di igiene ambientale o per la tassa di smaltimento dei rifiuti per i comuni compresi nell’ambito territoriale di riferimento». L’Anci chiede di modificare questa norma. 

Non stanno così le cose per il governatore, Rosario Crocetta, che a MeridioNews replica sottolineando che «intanto, i commissari a cui fa riferimento l’Anci non li abbiamo mai inviati. La mia ordinanza – dichiara – dice che abbiamo riscontrato inadempienze incredibili di gente che non paga, sia la Tarsu che la Tia e questo non può che creare problemi. Ovviamente – sottolinea ancora il governatore – sulla base di questo dato c’è un invito ad adeguare le tariffe a degli standard. Attenzione: quando parliamo di standard, intendiamo che l’aliquota non sia né troppo alta, né sottodimensionata. Un attacco su questo dall’Anci sinceramente non me lo sarei aspettato, non capisco come si possa andare contro una norma di buonsenso. Poi se i Comuni non si occuperanno della riscossione dei tributi, a quel punto potrebbero farlo i commissari».

Crocetta sottolinea poi che si tratta di «un’intesa raggiunta col ministero, non è una cosa che io mi sono inventato. Anche perché non si capisce perché in alcuni Comuni i costi siano esorbitanti, mentre in altri no. Qui in Sicilia ci sono Comuni con 10 per cento di riscossione. Il che significa che l’amministrazione semplicemente non riscuote. Che poi ci sia una percentuale di indigenti, quella è un’altra storia, in quei casi si attiveranno delle deroghe, delle esenzioni. Ma percentuali di riscossione così basse significano che in alcuni casi non sono nemmeno state inviate le cartelle esattoriali. Sinceramente, mi sembra una guerra di principio a difesa dell’evasione che danneggia per primi proprio i Comuni, mentre la nostra vuole essere una norma a favore delle amministrazioni comunali».

Sul fronte della differenziata, invece, il vicepresidente dell’Anci, Salvatore Lo Biundo, denuncia «un altro aspetto deleterio di questa ordinanza, rappresentato dai tagli verticali ai tetti della differenziata (cioè una soglia massima di differenziata che tutti i Comuni devono raggiungere ndr), di fatto non solo non si incentiva la raccolta stessa ma vengono penalizzati i comuni virtuosi». Secca, in questo caso, la replica dell’assessore regionale ai Rifiuti, Vania Contrafatto, secondo cui «per legge noi avremmo dovuto raggiungere il 65 per cento di differenziata già dieci anni fa. Siamo in ritardo di due lustri, ora il problema è andare oltre, non possiamo pensare di considerare virtuosi i Comuni col 40 per cento di differenziata, come qualcuno vorrebbe. Poi è chiaro che i pochi che hanno già raggiunto il 70 per cento di differenziata non hanno nulla di cui preoccuparsi, ma quei 65 punti percentuali è tempo che vengano raggiunti da tutti».

Miriam Di Peri

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