Sigonella, coro di no all’Ars su intervento in Libia «Corriamo il rischio rappresaglie contro i siciliani»

Un’interrogazione parlamentare al presidente della Regione è già stata presentata. Ma sull’utilizzo della base di Sigonella per le operazioni militari in Libia a storcere il naso sono in molti tra gli i deputati. A sottoporre la questione a Rosario Crocetta è stato il vice capogruppo del Pd all’Ars, Giovanni Panepinto, che chiede al governo regionale se sia stato interpellato «prima di concedere la disponibilità della base alla Nato come area logistica per un intervento militare».

«Il governo nazionale – aggiunge Panepinto – ha adottato precise misure a tutela dell’incolumità dei siciliani? Considerata la gravità dei conflitti militari e gli episodi terroristici in atto in tutta l’area del Mediterraneo, ci chiediamo se il presidente Crocetta sia stato interpellato dal ministero della Difesa e se sia stato informato in merito ai rischi ed ai pericoli di eventuali rappresaglie a cui potrebbe essere sottoposta la Sicilia: penso ad esempio all’isola di Lampedusa, la più vicina alle coste libiche. È grave che decisioni di questo tipo, che coinvolgono direttamente il nostro territorio e la popolazione siciliana, si apprendano dai giornali».

Critiche anche da un altro vice capogruppo, questa volta di Forza Italia, Vincenzo Figuccia, secondo il quale «l’appoggio dell’Italia alla guerra in Libia, non solo va riconsiderato, ma non deve mettere a repentaglio la Sicilia e i suoi abitanti». Per il deputato azzurro è «inusuale che non si sollevi una voce da parte delle istituzioni regionali contro il rischio concreto di porre la nostra Isola in una situazione di grave rischio per la scelta di utilizzare la base di Sigonella». «Ogni tanto – attacca ancora Figuccia – il governo nazionale si ricorda che la Sicilia fa parte di questo Paese, e lo fa con le mance di Renzi, come l’accordo al ribasso che ci ha portato solo 500 milioni a fronte di quattro miliardi che spettavano alla Regione, oppure ponendo la nostra terra siciliana come avamposto di guerre. Trent’anni fa un’intera classe politica siciliana si oppose ai missili a Comiso. È giunta l’ora di gridare che la Sicilia non si presta alla guerra ma è terra votata alla pace».

Anche secondo Giambattista Coltraro, capogruppo all’Ars di Sicilia Democratica, «Roma non può decidere in autonomia sulla pelle dei siciliani. Che il governo nazionale – aggiunge – valuti oltremisura l’utilizzo della base di Sigonella per gli interventi militari in Libia, specie ricordando che l’Italia non ha una propria politica estera ed è succube di scelte di altri, tra cui quelle degli americani, che continuano a sfruttare il nostro Paese senza che la Sicilia ne abbia alcun beneficio».

Miriam Di Peri

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