Nel bollettino siccità, che l'Osservatorio Acque diffonderà nei prossimi giorni, si traccia un quadro drammatico. «Siamo al 20 per cento di precipitazioni in meno rispetto alla media» dice il dirigente Luigi Pasotti. «Se un sistema come quello siciliano si regge sugli invasi è chiaro che questi devono essere efficienti»
Siccità, nel 2017 in Sicilia ha piovuto pochissimo «Rischio di arrivare all’estate in riserva d’acqua»
«Con arance e limoni in questo momento siamo in fase di raccolta, eppure c’è addirittura chi sta ancora irrigando i campi. Un fatto veramente insolito». Luigi Pasotti, dirigente dell’unità operativa climatologia dell’Osservatorio Acque, commenta così il bilancio annuale in merito alla piovosità in Sicilia. Nei prossimi giorni il servizio, che opera dentro l’assessorato regionale dell’Energia, diffonderà il bollettino siccità 2017. In estrema sintesi: ha piovuto molto poco e le conseguenze della carenza d’acqua dal cielo rischiano di far passare un’estate a secco. È il secondo anno che il fenomeno che si ripete, ma questa volta i dati sono ancora più drammatici.
«Siamo al 20 per cento in meno rispetto alla situazione media – spiega il dirigente regionale -. A livello assoluto l’area più critica è stata quella tra Enna e Catania, dove si è arrivati al 45 per cento in meno rispetto alla situazione media. Ovviamente ci sono differenze tra territori diversi. Nell’area sudorientale, e precisamente tra la fascia costiera tra Ragusa e Siracusa, si ha ad esempio un lieve surplus. Oppure si consideri la situazione dell’Agrigentino, dove il dato è in parte alterato dai nubifragi di gennaio, che sono stati sì copiosi ma risalgono comunque a un anno fa».
Consultando i dati, il 2017 ha registrato un costante decremento: a parte il primo mese, «già dalla primavera quasi sempre le precipitazioni sono risultate inferiori rispetto alle medie, mentre in autunno ha piovuto poco un po’ in tutta la Sicilia». Le conseguenze sono prevedibilmente drammatiche. «La preoccupazione maggiore è quella di trovarsi già nel periodo estivo in riserva d’acqua – conferma il dirigente regionale -. Si tratta in questo caso di siccità idrologica, vale a dire che l’approvvigionamento idrico è a rischio visto che la Sicilia regge in gran parte sul sistema degli invasi. Nel 2002 – ricorda Pasotti – ci fu l’ultima grande siccità: non siamo a quei livelli ma se dovesse continuare a non piovere ci potremmo arrivare. Speriamo che le piogge arrivino a breve». Anche in questo campo l’esperto invita a fare dei distinguo: «La situazione non è omogenea; ci sono aree dove gli invasi reggono, hanno cioè una certa riserva e non determinano situazioni particolari critiche. L’area più sotto osservazione è quella della provincia di Palermo».
La mancanza di precipitazioni si ripercuote inevitabilmente sul settore agricolo. «In questo caso si tratta di una siccità a breve termine – spiega ancora il dirigente dell’Osservatorio – che comporta parecchie difficoltà. In primo luogo penso al frumento, che si semina tra novembre e dicembre. Si può già dire che le colture sono andate male: a volte il seme è germinato ma poi la spiga si è seccata. C’è chi ha seminato nuovamente ma di questo passo si potrebbe perdere la seconda semina. Anche il settore del foraggio rischia di andare male, perché ci sono vaste zone interne dove i pascoli e i capi di bestiame sono in grosse difficoltà. La vite e l’olivo, che in questo momento sono in fase di riposo, potrebbero comunque soffrire la carenza d’acqua».
Le previsioni meteo indicano che nei prossimi giorni l’aridità potrebbe dare una tregua. Sono previste piogge, specie nel Palermitano, e anche lo scirocco che in questi giorni sta imperversando dovrebbe cedere il passo al consueto freddo invernale. Tutti fenomeni che sembrerebbero confermare un rovesciamento del clima con cui ormai si deve fare i conti. Ma ancora una volta Pasotti specifica che bisogna stare attenti a fornire letture univoche e semplicistiche. «Siccità di questo tipo non sono direttamente riconducibili al fenomeno del cambiamento climatico – afferma il dirigente – la Sicilia ha sempre dovuto fare i conti con le precipitazioni scarse. Anche se senza regolarità il fenomeno fa comunque parte del clima siciliano. Dobbiamo comunque imparare a fronteggiare e a prevenire le conseguenze. E proprio il sistema degli invasi – sottolinea – è collegato a ciò, nel senso che sono pensati a livello pluriennale, per mantenere le riserve a disposizione. Poi è chiaro che gli invasi devono essere efficienti, ma questo – conclude – è un altro discorso».