Servizio 118, sfilza di condanne per i politici siciliani

Sullo scandalo del 118 la Corte dei Conti ha condannato al pagamento di svariati milioni di euro cadauno i componenti della passata Giunta regionale presieduta da Totò Cuffaro e tutti i componenti della commissione Sanità dell’Ars dell’epoca. Una sentenza durissima, per una vicenda sulla quale la magistratura contabile aveva più volte ‘avvertito’ la politica siciliana.

In quegli anni – tra il 2003 e l 2006 – i magistrati contabili, nelle relazioni annuali, avevano più volte sottolineato la follia di un servizio sanitario commisurato più ai ‘bisogni elettorali’ che alle esigenze reali dei cittadini. Ma la politica siciliana di quegli anni faceva finta di non sentire e di non vedere.

Ora è arrivata la sentenza di secondo grado. Corollario finale di accuse pesanti come macigni: assunzioni che nulla avevano a che fare con le reali esigenze, acquisto di ambulanze poi non utilizzate, un potenziamento del servizio del 118 illogico e, di conseguenza, diseconomico. Da qui la condanna per 17 parlamentari di Sala d’Ercole in carica nella legislatura 2001-2006 (alcuni di loro, in realtà, sono stati parlamentari nelle successive due legislature – 2006-2008 e 2008-2012 – e altri sono ancora parlamentari in questa legislatura. La condanna è scattata per l’ex presidente, Totò Cuffaro, quindi gli ex assessori Innocenzo Leontini, Carmelo Lo Monte, Antonio D’Aquino, Francesco Scoma, Francesco Cascio,  Fabio Granata, Michele Cimino,  Mario Parlavecchio, Giovanni Pistorio. Condannati anche i componenti dell’allora commissione Sanità dell’Ars: Santi Formica, Nino Dina, Giuseppe Basile, David Costa, Giuseppe Arcidiacono, Giancarlo Confalone, Angelo Stefano Moschetto. I politici sono stati condannati a risarcire poco meno di 12 milioni e 500 mila euro. Alcuni dovranno risarcire 728 mila euro, altri circa 400 mila euro.

Di scena uno dei più grandi scandali della sanità siciliana che il Procuratore generale della Corte dei Conti per la Sicilia, Guido Carlino, aveva indicato come “caso emblematico di spreco delle risorse pubbliche”.

A tutti questi esponenti politici è stato contestato un danno di svariati milioni di euro. I magistrati contabili hanno accertato che, tra il 2005 e il 2006, sono stati assunti oltre 1600 operatori. Un’infornata che ha fatto lievitare a 3300 gli addetti per un servizio, gestito allora dalla società Sise (Siciliana servizi emergenza), che costava alle ‘casse’ regionali oltre 100 milioni di euro ogni anno.

La Corte dei Conti ha più volte denunciato il carattere “elettorale” di queste assunzioni, andate in scena tra il 2005 e il 2006. Scelte che la magistratura contabile ha definito “a connotazione politica”.

Secondo la magistratura contabile, per giustificare tutte queste assunzioni, sarebbero state acquistate “molte ambulanze”. Mezzi che sarebbero stati utilizzati poco o che non sarebbero stati utilizzati affatto.

Insomma, sottolineavano i magistrati contabili, sprechi su sprechi. Ora è arrivata la condanna.

Scandalo 118, il testo integrale della sentenza
Ragionando sulla sentenza della Corte dei Conti sul 118
Scandalo 118, la replica di Cascio, Scoma e Cimino

 


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