Il corpicino del bambino morto a poco più di un mese dalla sua nascita è sotto la custodia dei carabinieri di Messina. La città dello stretto è l'ultima tappa di un'odissea sanitaria iniziata a Bronte e passata per Siracusa, dove - secondo il racconto dei genitori - sarebbe stato curato con apparecchiature non a norma
Sequestrata la salma di Mattia Il neonato morto dopo il ricovero in tre ospedali
Il corpicino del piccolo Mattia, il neonato di poche settimane morto per una grave acidosi metabolica, è stato sequestrato dai carabinieri di Messina. Sulla vicenda – per la quale i genitori del bambino hanno presentato un esposto – indaga la procura di Catania. L’odissea del neonato comincia il 18 gennaio a Bronte, paese natale dei genitore. Alla donna, seguita in gravidanza dai medici dell’ospedale brontese, non sarebbe stata diagnosticata una infezione vaginale che provoca danni alla placenta e la rottura delle acque.
La gravità della situazione, porta i medici a cercare posto per il parto nelle strutture della provincia di Catania. Ma – come ha spiegato a Meridionews Dario Pastore, legale della coppia – «tutti gli ospedali negano il posto in ginecologia». E il pensiero corre subito alla morte di un’altra neonata catanese, Nicole, deceduta meno di un mese dopo durante una disperata corsa alla ricerca di un posto in un’Unità di trattamento intensivo neonatale (Utin). La struttura più vicina viene individuata nell’ospedale Umberto I di Siracusa. Mattia nasce il giorno successivo, il 19 gennaio, prematuro di 24 settimane e dal peso di appena 870 grammi.
Nonostante le difficoltà iniziali, il ricovero procede tranquillamente. Almeno fino a quando, prosegue il legale, non viene cambiata l’incubatrice. Dopo qualche giorno viene riscontrata una infezione polmonare. Secondo Dario Pastore, che riporta la testimonianza dei genitori, le apparecchiature dell’Utin non sarebbero state a norma. «A Mattia manca il lembo osseo che separa le due narici perché a dire di un medico il macchinario c-pap (che serve ad alleviare problemi respiratori, ndr) era difettoso». Su quanto accaduto, nonostante due solleciti telefonici da parte della redazione, dall’ospedale siracusano finora non sono giunte risposte.
La situazione, nonostante venga descritta ai genitori come non allarmante, presto diventa più difficile. E i medici chiedono il trasferimento di Mattia al policlinico di Messina per effettuare una terapia ossidonitrica non disponibile a Siracusa. Il verdetto degli specialisti messinesi è terribile: «I parametri vitali erano tutti fuori norma – afferma Pastore – il bambino era affetto da una grave acidosi metabolica (l’aumento degli acidi nel sangue, ndr) che non è stata curata. Irreversibile». Il neonato, dopo poco più di un mese di vita, muore il 27 febbraio. A stabilire la causa e le eventuali responsabilità, anche in questa triste vicenda, saranno gli inquirenti.