Mentre a Catania i referenti regionali e nazionale di Agesci hanno incontrato gli organi territoriali del governo, a Palermo qualcuno ha fatto irruzione nei locali di un bene sottratto alla mafia. Intanto sono stati raccolti già 15mila euro per ripristinare i luoghi
Scout, oggi nuovo attacco contro una sede in Sicilia Vertice in prefettura. «Andiamo avanti senza paura»
«La nostra azione educativa rivolta ai giovani va avanti, è questa la risposta migliore che si può dare». A poche ore dalla notizia del sesto episodio vandalico in appena due mesi ai danni di sedi gestite da Agesci, gli scout siciliani si compattano e rilanciano il proposito di non fare un passo indietro. Stamattina, i referenti regionali dell’associazione hanno incontrato il prefetto di Catania Claudio Sammartino. A partecipare sono stati anche i responsabili del gruppo di Ramacca, uno dei centri presi di mira insieme a Mineo, Marsala, Noto, Belpasso e, oggi, Palermo.
«Il prefetto ha dato la disponibilità ad attivare le strategie per accedere a fondi da utilizzare per il recupero dei luoghi – commenta a MeridioNews il respoinsabile della comunicazione di Agesci Luigi Perollo -. La volontà di tutti è quella di andare avanti, rimanendo coerenti con ciò che siamo sempre stati, ovvero una realtà promotrice di atti educativi». L’associazione ha già raccolto autonomamente circa 15mila euro grazie alla campagna di sostegno lanciata sul web. «Sono tanti quelli che ci hanno manifestato concretamente la loro vicinanza, e altri ancora se ne aggiungeranno. Da parte nostra dobbiamo proseguire nel lavoro quotidiano», aggiunge Perollo.
Ad arrivare in Sicilia ieri è stato anche il presidente nazionale di Agesci Vincenzo Piccolo, che questa mattina ha incontrato il prefetto etneo. «Il nostro presidente ci ha esortato a non mollare, ricostruendo tutto ciò che è stato devastato – va avanti Perollo -. Le istituzioni dal canto loro ci hanno assicurato massima attenzione». Al momento non è ancora chiaro se gli episodi di vandalismo possano essere legati da un’unica chiave di lettura, una strategia per minare le attività degli scout siciliani.
Dai singoli territori avvisaglie non ce ne sarebbero state. «Non è nostra intenzione sposare tesi precostituire, spetta agli investigatori capire se ci sia un legame o meno. Il caso di oggi, in via Micciulla a Palermo, è un po’ diverso perché quel terreno è stato tolto alla mafia e assegnato alla nostra associazione. Non è la prima volta che lì si registrano attacchi. Ma il nostro compito – ribadisce il responsabile della comunicazione di Agesci – deve essere quello di riaffermare i valori che ci contraddistinguono».