Il giorno dopo lo sbarco al porto di Palermo dello scorso 14 aprile, che ha portato oltre mille migranti sulla nostra isola, una trentina di loro ha lasciato l'isola con un pullman di linea diretto a Roma. Nessuno controlla chi sale a bordo, nonostante la situazione di emergenza sia ormai drammatica, perchè la legge non prevede alcun tipo di verifiche in questo senso
Sbarchi, trasporti in pullman dalla Sicilia senza controllo Minardi: «Serve intervento del Parlamento»
Il mezzo più utilizzato dai migranti, per lasciare la Sicilia e dirigersi al centro Italia o in paesi dell’unione Europea, è il pullman, come è stato detto ieri durante la conferenza stampa a seguito degli arresti nell’operazione Glauco II . E’ il motivo è semplice: non ci sono controlli, non sono previsti e il fatto che la situazione di emergenza sia ormai drammatica, non cambia le cose.
I viaggi della speranza, ormai sempre più viaggi della morte, hanno un percorso, un’evoluzione che deve compiersi, perché si tratta di business. I migranti sono solo merce da trasportare in cambio di soldi, con cifre che si aggirano attorno ai 7 mila euro a testa. Una somma che deve essere raggiunta e comprende lo spostamento iniziale in Libia, la tratta in mare dalla Libia alle nostre coste e poi, dopo lo sbarco, il viaggio che li porterà verso la destinazione finale.
E quest’ultimo, in linea di massima avviene in pullman, proprio per l’assenza di controllo: chi paga e ha quindi un biglietto, sale a bordo, e questo lo sa chiunque abbia mai preso un pullman per trasferimenti da una città ad un’altra. E l’emissione (o prenotazione) del biglietto non avviene previa esibizione del documento di identità e dunque se non hai un documento di riconoscimento o se te ne hanno fornito uno falso, puoi comunque tranquillamente riuscire ad avere il tuo biglietto e partire.
Ed è quello che accade purtroppo. E’ accaduto a Palermo pochi giorni fa. Un gruppo di migranti, muniti solo di biglietto e di un sacchetto tra le mani, alle 18 dello scorso mercoledì, hanno preso il pullman della compagnia Sais Trasporti in partenza dalla stazione centrale e diretto a Roma. Facevano parte del gruppo di 1200 soccorsi nel canale di Sicilia.
A raccontarci l’accaduto è stata una donna palermitana che si trovava sullo stesso mezzo e che è rimasta turbata dal fatto che il pullman fosse diviso in due: «I bianchi sotto e i neri sotto» ha detto a Meridionews. Parte proprio da questo elemento il suo racconto.
Sono saliti sul mezzo, sistemandosi, al piano superiore. E così, con quella strana atmosfera a bordo, segnata da una marcata differenza, il pullman ha iniziato il suo viaggio verso Roma. «Non so se sia accaduto per una questione di igiene, visto quello che si è letto sui giornali su casi di scabbia e altre malattie – ha spiegato la donna – ; quelle persone hanno viaggiato per giorni imbarcati su un gommone, in condizione pietose e chissà anche quali condizioni hanno lasciato nella loro terra d’origine. Dunque erano necessariamente sporchi e puzzavano. Una situazione di disagio per tutti, vederli così provati davvero faceva stringere il cuore. O forse stare tutti insieme al piano superiore è stata una loro scelta – ha aggiunto –. Certo che sembrava di essere tornati indietro nel tempo… ». Sì indietro nel tempo, perché sono venute fuori quelle differenze che purtroppo non hanno mai smesso di esistere, legate in questo caso al dramma dell’immigrazione, che porta ogni giorno ormai migliaia di profughi nel nostro paese.
Quelle persone sono partite alla volta di Roma e con altissime probabilità di loro poi si perderà ogni traccia. Abbiamo contattato Vincenzo Asaro, direttore commerciale della Sais Trasporti, cercando di capirci di più, se in questi casi le compagnie di trasporto su gomma, abbiano disposizioni particolari da seguire, come ad esempio contattare le forze dell’ordine, ma l’unica risposta che ci ha fornito Asaro è stata: «Noi non siamo tenuti a chiedere il documento. Se il passeggero è in possesso di regolare biglietto, per noi è esattamente come tutti gli altri quindi».
Nessun controllo quindi e a dover intervenire con la massima urgenza dovrebbe essere il parlamento, come ci ha detto ieri, il capo della mobile di Agrigento, Giovanni Minardi: Questo è un problema serio. La mancanza di controllo, legato al fatto che non esiste un biglietto elettronico nominativo come per l’imbarco in aereo, rende tutto complicato, perché tanti sfuggono così. Chi dovrebbe trovare una soluzione? Dare un input in tal senso? E’ una cosa di cui dovrebbe occuparsi l Governo, perché va fatta una nuova legge».
Nel frattempo, vista la situazione ormai inarrestabile degli sbarchi, questura, prefettura e comune dovrebbero trovare forse un modo per tamponare questo vuoto normativo ed emettere un provvedimento che stabilisca delle nuove regole per l’emissione dei biglietti di pullman (e treni).
Un ragionamento questo che vale non solo per Palermo ma per tutte quelle città da cui partono pullman che effettuano quelle tratte che servono ai migranti – e ancora più alle organizzazioni criminali – per portare a termine il viaggio clandestino.