La zona del parco Oasi di Cosentini, dove sono state ritrovate le carcasse degli animali, è una delle mete preferite dai cacciatori. Per i veterinari, le ferite sui cadaveri sono compatibili con gli spari. Il fatto è stato denunciato alle forze dell'ordine e a Federcaccia. Le immagini all'interno potrebbero urtare la vostra sensibilità
Santa Venerina, due cani uccisi a colpi di fucile L’Asp veterinaria: «Mai visto niente del genere»
Due cani sono stati ritrovati morti il 9 dicembre verso l’ora di pranzo – dopo essere scomparsi il 30 novembre – nei pressi del parco Oasi di Cosentini, nell’omonima frazione di Santa Venerina. A dare la notizia sono stati i volontari, i quali hanno ritrovato i corpi degli animali uccisi da colpi di arma da fuoco. Dopo avere trovato i cadaveri, i volontari hanno contattato le autorità competenti e, tra la rabbia e lo sconcerto, hanno denunciare l’accaduto. «Ho trovato due cani del mio branco uccisi, uno era addirittura dilaniato dal proiettile», dichiara la volontaria che accudiva le bestie abbattute, Roberta Messina.
Dopo avere descritto l’immagine dell’accaduto, Roberta racconta l’attività di cui si occupa da sei anni e sottolinea i problemi con i quali deve fare i conti giorno per giorno: «I cani che oggi non ci sono più erano controllati e tutorati da me, erano dispersi o randagi che mi erano stati affidati dal Comune», sostiene. «Ho avuto sempre spese e problematiche tecniche da sostenere, ma da agosto fino a ora la situazione si è fatta davvero insopportabile. Ogni giorno il mio branco viene smantellato tra cani dispersi e non può ritrovati. Due mesi fa avevo trovato dei bossoli nel luogo in cui li tengo, adesso si è all’apoteosi con questo fatto increscioso. Ora mi è rimasto solo un cane».
La volontaria, inoltre, racconta che nelle zone in questione, ovvero al confine tra Santa Venerina e Acireale, ci sono diversi gruppi di cani randagi a discapito dei pochi volontari che se ne prendono cura. «In questa zona il randagismo è massiccio, se non ci fosse stata l’opera dei volontari la proliferazione sarebbe stata notevole. Le lamentele dei cittadini e quindi l’indifferenza assecondano questi episodi spiacevoli», aggiunge Messina.
In quella zona, inoltre, pare sia continua anche l’attività venatoria. Questo ha esortato i volontari a denunciare l’accaduto a Federcaccia, l’associazione che raggruppa i cacciatori. Cateno Di Bella, presidente provinciale, ci tiene a precisare: «Noi tuteliamo i nostri tesserati. Qualora fossimo a conoscenza di una cosa simile prenderemmo provvedimenti ma attualmente non ci è arrivata alcuna segnalazione del genere».
I volontari hanno sporto denuncia e fatto presente l’accaduto all’Asp veterinaria. Sul posto, infatti, sono accorsi veterinari coadiuvati dal dirigente di Acireale Marcello Grasso. «I colpi che hanno logorato i cani erano sicuramente riferibili ad arma da fuoco – dichiara – Mai mi avevo assistito a una cosa del genere nel territorio di cui mi occupo. Nelle Aci si fa tanta sensibilizzazione e lavoriamo in piena sinergia con i Comuni».