Sanità: lavori e poco personale, pronto soccorso sguarniti È emergenza in tutta la Sicilia, assunzioni entro luglio?

Diminuire l’affluso di ambulanze all’ospedale Ingrassia di Palermo. L’ultimo tassello nello sgangherato puzzle del sistema emergenze in Sicilia arriva dal capoluogo, dove il direttore medico dell’Ingrassia ha inviato una lettera alla centrale operativa del 118. «A causa dell’avvio dei lavori nel presidio, le unità operative di Chirurgia e Ortopedia temporaneamente sono state trasferite in Medicina e Geriatria, con conseguente rimodulazione dei posti letto. Si chiede pertanto di ridurre il trasporto verso questo presidio ospedaliero di pazienti con patologie chirurgiche e ortopediche. Sarà cura di questa direzione medica comunicare la ripresa della normale attività». 

Nella Sicilia dei concorsi bloccati e del personale sanitario carente, il caso Trapani – dove il manager dell’azienda ospedaliera ha indossato il camice ed è sceso in corsia per carenza di personale – sembra non essere che la punta dell’iceberg. Succede così che mentre chi lavora negli ospedali è costretto a turnazioni sempre più stringenti, al punto che in alcuni casi non sarebbero garantite neanche le ferie estive, ecco che i lavori in corso azzoppano il numero dei posti letto nel nosocomio al confine con Monreale.

Non va meglio spostandosi nella parte orientale dell’Isola, dove l’ultimo dei casi in ordine cronologico si è registrato all’ospedale di Vittoria, da cui l’80 per cento del personale ha chiesto il trasferimento proprio perché considera insostenibile la situazione. Ma chi ogni giorno raccoglie i mal di pancia della sanità nell’Isola non ha dubbi a sottolineare che sia così ovunque, da Catania a Messina, passando per Caltanissetta o Agrigento. Una situazione, quella che si vive quotidianamente nelle corsie siciliane, «ormai insostenibile» secondo i sindacati.

Non è un caso che lo scorso 22 giugno il direttore generale dell’Asp di Palermo abbia scritto un’altra lettera, questa volta indirizzata all’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, e al direttore generale, Ignazio Tozzo, per chiedere l’autorizzazione alle assunzioni. «Questa azienda – si legge nel documento – nonostante ripetuti avvisi diretti a instaurare rapporti di lavoro a tempo determinato di dirigenti medici appartenenti a Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza e Radiodiagnostica, non riesce a soddisfare pienamente le pressanti esigenze assistenziali delle aree di emergenza dei propri presidi ospedalieri».

Il quadro non lascia spazio all’interpretazione: per la Medicina e chirurgia d’urgenza i posti previsti in pianta organica sono 61, ma quelli effettivamente occupati sono soltanto 43. E non va meglio guardando invece alla Radiodiagnostica, dove i posti previsti in pianta organica sarebbero 45, ma il personale in servizio si ferma invece a 34 unità.

«I colleghi non ne possono più – ammette il vicesegretario della Cimo Sicilia, Angelo Collodoro – medici, infermieri, anestesisti. I concorsi sono bloccati, ma nel frattempo la gente è andata in pensione, chi è in servizio ha accumulato ferie, straordinari, plus orari, si lavora in un regime di tre festivi al mese. È una situazione al limite, non so per quanto si possa andare avanti così».

In effetti, che la corda sulla sanità sia stata tirata troppo, è chiaro anche allo stesso Gucciardi, che proprio ieri ha convocato i sindacati per fare il punto sulle piante organiche delle aziende sanitarie e procedere così alle assunzioni, agli scorrimenti di graduatorie e infine sbloccare i concorsi.

Ma anche lì, se quasi tutte le aziende (ne mancano ancora cinque) hanno finalmente presentato gli atti aziendali in assessorato, adesso questi stessi documenti dovranno passare al vaglio dei vertici di piazza Ottavio Ziino a Palermo. Le aziende sanitarie che avranno presentato la documentazione conforme alle linee guida del decreto Balduzzi, riceveranno il decreto assessoriale che sbloccherà l’emergenza personale negli ospedali siciliani. 

Insomma, entro il mese di luglio potrebbero ripartire le prime assunzioni. Un cronoprogramma che convince la Cgil Medici, secondo cui si tratta di «un percorso prestabilito – sottolinea il segretario regionale, Renato Costa – che finora è andato avanti senza intoppi, per la parte concordata tra assessorato e sindacati». Non è dello stesso avviso la Cimo, secondo cui invece «navighiamo in attesa che si sblocchi la situazione. Intanto – prosegue Collodoro – le aree di emergenza sono ormai al collasso praticamente dappertutto e i colleghi anche a luglio lavoreranno col blocco delle ferie».

Miriam Di Peri

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