Gli attivisti del rione nel cuore di Catania chiedono al Comune l'apertura di uno spazio di confronto. Per creare un percorso partecipato e ridisegnare l'urbanistica dell'area. «Non dialoghiamo con l'amministrazione dal primo edificio crollato», dice il portavoce dei cittadini, Roberto Ferlito
San Berillo, comitato chiede un tavolo tecnico «Quartiere crolla e Comune alza muro con noi»
Il Comitato cittadini attivi San Berillo chiede al Comune di Catania di convocare un tavolo tecnico per fronteggiare l’emergenza crolli nel vecchio rione. L’obiettivo finale del confronto tra gli attivisti e l’amministrazione comunale è la nuova progettazione del quartiere. La richiesta ufficiale – alla quale aderiscono residenti, proprietari di immobili della zona, studenti universitari, tecnici, artisti e operatori culturali – verrà protocollata stamattina alle 10 al Municipio etneo. Un’idea, quella di coinvolgere pubblicamente le istituzioni cittadine su un processo partecipato in merito al futuro di San Berillo, che è nata in occasione dell’assemblea di quartiere della settimana scorsa. Il testo, che verrà protocollato a Palazzo degli elefanti è indirizzato, oltre che al sindaco Enzo Bianco, all’assessore ai Lavori pubblici Luigi Bosco e all’assessore al Decoro urbano Salvo Di Salvo. Quest’ultimo, peraltro, già interlocutore degli attivisti all’interno del programma comunale La fabbrica del decoro.
L’appello della cittadinanza attiva è di «ripensare un futuro urbanistico del’area, andando oltre i recenti episodi di crollo di alcuni edifici», spiega il portavoce del comitato Roberto Ferlito. L’idea degli attivisti è «sempre la stessa e la ribadiamo da tempo: bisogna conservare le strutture per avere una memoria storica di cui non sarebbe giusto privare la città», continua. Un esempio «potrebbe essere il progetto Trame di quartiere che è nato da un’associazione costituita proprio tra queste vie», racconta Ferlito. «L’idea vincitrice del concorso di idee del MoVimento 5 stelle dal titolo Boom – Polmoni urbani, in breve, propone la riqualificazione di un palazzo antico, all’interno del quale realizzare un centro di documentazione territoriale».
La necessità dell’istituzione di un tavolo tecnico con l’amministrazione comunale, più in generale, nasce dalla «volontà di partecipare alle riunioni che si tengono dentro alle stanze del potere quando si decidono le sorti di San Berillo», sottolinea Ferlito. Un’azione che sarebbe già deputata proprio a La fabbrica del decoro guidata dall’assessore Di Salvo. Ma che nei fatti risulta «un organismo inefficace perché – dice Ferlito – in un anno si è stati in grado soltanto di definire lo statuto». Motivo per cui «abbiamo bisogno di un altro strumento per sentirci attivi nella questione».
Un problema di mancato coinvolgimento degli attivisti che nasce in occasione del primo crollo registrato a San Berillo poi seguito da altri cedimenti di antiche strutture edili dell’area. «È da quella volta che non abbiamo più un dialogo con il Comune. Non è giusto che, vista la millantata collaborazione, non ci facciano sapere nemmeno che hanno deciso di chiudere una strada, anche se si tratta di una questione di pubblica incolumità», dichiara il portavoce del comitato. Che conclude: «A San Berillo crollano le palazzine storiche e il Comune alza un muro con chi le difende. Non possiamo restare in silenzio».