Sala delle Lapidi, parole grosse sui debiti fuori bilancio

Mare piuttosto ‘agitato’, stamattina, a Sala delle Lapidi, sede del Consiglio comunale di Palermo. Di scena l’elezione del presidente della commissione consiliare che dovrebbe occuparsi de debiti fuori bilancio. Il candidato della maggioranza che sostiene l’amministrazione comunale di Leoluca Orlano, Mimmo Russo, è stato ‘impiombato’. Ed è scoppiato un putiferio.

I debiti fuori bilancio, è noto, sono una delle ultime ‘invenzioni’delle sempre più traballanti politiche comunali. Sono – come tradiscono le due parole – debiti fuori dalle previsioni di bilancio. Nel 2012 al Comune di Palermo ha registrato debiti fuori bilancio pari a circa 15 milioni di euro. In pratica, 30 miliardi delle vecchie lire.

Se un qualunque Consiglio comunale di Palermo, negli anni ’80, avesse sforato il bilancio di un miliardo di lire sarebbe successo un Quarantotto. Ormai, invece, la gestione dei debiti fuori bilancio è una cosa normale. E, addirittura, almeno nel Consiglio comunale di Palermo, si nomina una commissione speciale che dovrebbe ridurli, ma che, in realtà, li va a gestire.

Stamattina, per l’appunto, Sala delle Lapidi ha convocato questa speciale commissione. La stessa commissione è stata chiamata ad eleggere il presidente. Il candidato della maggioranza era il già citato Mimmo Russo. Ma la commissione gli ha preferito Giorgio Calì, un consigliere comunale eletto nella lista di Italia dei valori e passato qualche tempo fa nel gruppo misto.

La mancata elezione ha scatenato le ire di Mimmo Russo (a sinistra) che se l’è presa con il consigliere comunale dell’Udc, Giulio Cusimano. Sono volate parole grosse, colorite, forse un un po’ troppo colorite, visto che si tratta pur sempre del Consiglio comunale della città.

Abbiamo raccolto una dichiarazione dello stesso Giulio Cusimano, che nella vita fa l’avvocato. “L’elezione di Calì è regolare – ci dice il consigliere comunale dell’Udc -. Se qualcuno proverà ad arzigogolare, magari provando ad annullare la sua elezione, o a cavillare sulla stessa commissione proporrò ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale)”.

“Quanto agli epiteti del consigliere Russo – aggiunge Cusimano (foto a sinistra) – beh, non mi sembra che possano fare parte del Consiglio comunale della quinta città d’Italia. In democrazia si vince e si perde. E, soprattutto, non c’è mai un motivo buono per giustificare le scurrilità. In ogni caso, ho già parlato con un penalista per verificare la gravità di tali parole”.

 


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