È dalle immagini del sistema di videosorveglianza della sala scommesse di via della Conciliazione e degli esercizi commerciali della zona che potrebbero arrivare elementi utili a dare un nome e un cognome agli assassini di Salvatore Sciacchitano, da tutti conosciuto come Mirko. Al momento la pista privilegiata sembra essere quella di un regolamento di conti, probabilmente legato al mondo dello spaccio di droga
Sabato di sangue a Falsomiele Investigatori sulle tracce dei killer
È dalle immagini del sistema di videosorveglianza della sala scommesse di via della Conciliazione e degli esercizi commerciali della zona che potrebbero arrivare elementi utili a dare un nome e un cognome ai killer che sabato scorso hanno fatto fuoco e ucciso Salvatore Sciacchitano. Il 29enne è stato freddato a una quindicina di metri dal locale nel quartiere Falsomiele. In due, a volto scoperto, gli hanno sparato alla testa, poi sono fuggiti a bordo di un’auto, facendo perdere le proprie tracce. Una vera e propria esecuzione, che non ha lasciato scampo alla vittima. Nell’agguato è rimasto ferito un 22enne, colpito all’addome e trasportato dal 118 all’ospedale Policlinico, dove si trova ricoverato e piantonato con 30 giorni di prognosi.
Un delitto plateale, messo a segno intorno alle 20. A poche ore di distanza da un altro fatto di sangue: il ferimento di Luigi Cona, 32 anni, titolare della rosticceria “Al Bocconcino” in via dell’Allodola, gambizzato nel pomeriggio sempre a Falsomiele. Anche in questo caso due persone, stavolta con il volto coperto, hanno fatto irruzione nei locali e hanno sparato. Quattro colpi di pistola, che lo hanno raggiunto tre alla gamba sinistra e uno alla destra. Poi si sono allontanatati a bordo di una Honda SH di colore bianco. Al pronto soccorso dell’ospedale Civico, ai carabinieri che lo interrogavano Cona ha raccontato di una rapina finita nel sangue: si sarebbe rifiutato di consegnare l’incasso della giornata e così i due hanno fatto fuoco. Una versione che non convince gli investigatori. Chi ha sparato al 29enne non voleva ucciderlo, ha mirato alle gambe: doveva essere una lezione da ricordare. Per sempre.
Un sabato di piombo che ha gettato il quartiere nel terrore. Eppure per gli investigatori dietro non ci sarebbe la mafia. Sia Sciacchitano che Cona hanno piccoli precedenti penali, ma al momento non sarebbe emerso alcun collegamento con ambienti mafiosi. Quello di cui, invece, gli inquirenti sembrano essere certi è che i due episodi siano in qualche modo collegati. L’ipotesi privilegiata resta quella del regolamento di conti, probabilmente legato al mondo della droga, che nel quartiere Falsomiele ha un mercato di spaccio fiorente. Intanto per tutta la giornata di ieri al Comando provinciale dei carabinieri di Palermo sono proseguiti gli interrogatori di parenti e amici della vittima e dei due feriti. Ma Cona e il 22enne rimasto ferito in via della Conciliazione non avrebbero detto nulla. Il pm Luca Battinieri che coordina le indagini ha disposto l’autopsia sul corpo del 29enne.