L'immobile si trova in contrada Mancusi Soprana, lungo la strada Cavaliere Bosco. Il fuoco si è sviluppato poco prima delle 21 e si è propagato in pochi minuti al resto dell'edificio, grande circa 20 metri quadrati e usato dai proprietari come punto d'appoggio per le giornate in campagna. Ad allertare i pompieri i residenti
S. M. di Licodia, incendio doloso distrugge casa Fiamme fino a mezzanotte e segni di effrazione
Un incendio di matrice dolosa ha semidistrutto un immobile in contrada Mancusi Soprana, lungo la strada Cavaliere Bosco, a Santa Maria di Licodia. Le fiamme si sono sviluppate poco prima delle 21 di ieri e si sono propagate in pochi minuti al resto dell’edificio, un immobile di circa 20 metri quadrati, arredato e usato dai proprietari come punto d’appoggio per le giornate in campagna. Ad allertare la centrale operativa dei vigili del fuoco sono stati i residenti della zona, che hanno visto le fiamme avvolgere la copertura in legno della casa. Sul posto i pompieri del distaccamento di Paternò: gli uomini del 115 giunti sul luogo hanno chiesto il supporto di un’autobotte, proveniente dalla sede del comando provinciale di via Cesare Beccaria, a Catania.
Le operazioni di spegnimento e di bonifica della zona sono durate diverse ore e si sono protratte fino a poco dopo della mezzanotte. Le fiamme hanno provocato la distruzione di buona parte della copertura, nonché il danneggiamento dell’interno dell’immobile. I danni sono ancora da quantificare. Allertati anche i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Paternò, che hanno avviato le indagini per fare chiarezza sull’origine del fuoco. In base a quanto appurato dai militari dell’Arma, il rogo potrebbe essere di natura dolosa. L’ingresso della casa presenterebbe segni di effrazione e da tempo la struttura sarebbe stata in disuso.
Appare probabile, quindi, che il fuoco sia stato causato dall’intrusione di una o più persone. Le indagini dei carabinieri, per il momento, si concentrano su due ipotesi: che si tratti di un atto vandalico oppure dell’azione di qualcuno intenzionato a mandare un messaggio ai proprietari. I militari, in ogni caso, mantengono il massimo riserbo e non hanno diffuso nemmeno l’identità delle vittime dei danneggiamenti. Persone che, comunque, sono state sentite dalle forze dell’ordine.