A piazza Scaffa, i militari della Guardia costiera insieme agli agenti della Polizia di Stato hanno sequestrato un fabbricato utilizzato abusivamente per lo stoccaggio e gestione. Dentro anche rame pronto per la vendita e altro rubato e un ordigno bellico inesploso, di grosso calibro
Rifiuti, traffico internazionale su rotta Europa-Africa Sigilli a deposito di 10mila metri quadrati a Brancaccio
Settantacinque tonnellate di rifiuti speciali. Ma anche rame pronto per la vendita e altro rubato e un ordigno bellico inesploso, di grosso calibro, da cui era stato asportato materiale esplodente. Nel cuore del quartiere Braccaccio, a piazza Scaffa, i militari della Guardia costiera insieme agli agenti della Polizia di Stato hanno sequestrato un fabbricato di circa 10mila metri quadrati utilizzato abusivamente per lo stoccaggio e gestione dei rifiuti. L’operazione denominata Green Storm ha portato all’arresto di tre fratelli e al sequestro di diversi beni mobili e immobili.
Gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Siro De Flammineis, sono certi di aver smantellato un’organizzazione coinvolta in un traffico internazionale di rifiuti sulla rotta Europa-Africa, che aveva nel porto di Palermo lo snodo primario. Secondo l’accusa gli indagati avrebbero controllato, in maniera del tutto abusiva, la gestione dei rifiuti attraverso il deposito, anche questo privo dei requisiti previsti dalla legge, di piazza Scaffa. Due dei fratelli sono finiti in carcere, mentre al terzo sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Durante le perquisizioni domiciliari i militari della Guardia costiera e i poliziotti hanno trovato una pistola, un ordigno bellico e un ingente quantitativo di denaro. Nel deposito di Brancaccio, invece, c’erano tre tonnellate di rame pronto per la vendita; 10 di rame ancora in cavi, probabile provento di furti ai danni di società elettriche e telefoniche; ma anche 75 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, tra cui quelli derivanti da piccoli e grandi elettrodomestici, dai computer, dai dispositivi elettrici ed elettronici, dai cellulari, da lampade fluorescenti, che una volta giunti al termine del loro ciclo di vita devono essere smaltiti seguendo regole ben precise.
Stoccati a cielo aperto, invece, c’erano considerevoli quantità di olio refrigerante e nichel e metalli pesanti e dieci fusti contenenti liquido inquinante di cui, spiegano gli investigatori, si ignora l’origine e la caratteristica. In mezzo ai rifiuti, ben nascoste, sono state trovate anche numerose reliquie in bronzo ed ottone, provenienti da furti in luoghi di culto e aree cimiteriali.