Spesso non ci si fa caso, ma i rifiuti, per quanto suppellettili poco edificanti dell’arredamento urbano di Palermo in questi giorni di grande emergenza, sono veramente la cosa più intima prodotta dai cittadini. E poco importa se il recente giro di vite voluto in concerto dal sindaco Orlando e dalla Municipale abbia già portato i primi frutti con denunce e sanzioni per una cifra che si aggira attorno ai 13 mila euro, il mettere in piazza i propri segreti sembra pratica ormai consolidata. Una sorta di gigantesco reality show cittadino che, complici l’emergenza in atto, l’inciviltà – perché comunque di quella si tratta – l’alacre lavoro dei rovistatori in cerca di ferri vecchi, i poco frequenti passaggi da parte dei compattatori, tornano a galla nelle nostre strade. E sono così alla mercé di tutti.
Perché in fondo chi se ne accorgerà mai se in mezzo a quei cumuli enormi di immondizia butto anche il vaso pacchiano di porcellana con un mix di frutta e verdura in rilievo, persino un broccolo, smaltato e dipinto come fosse vero? Sono cose che il mondo non dovrebbe mai vedere, che dovevano rimanere nascoste agli occhi di tutti. E l’emergenza rifiuti sembra l’alibi perfetto per sbarazzarsi di questi oggetti improbabili. Tra le cose curiose, quelle che più di frequente affollano i bidoni della Rap o le loro vicinanze, visto che in alcuni casi si trovano appoggiate ai piedi della piramide di sacchetti, sono i resti degli amori finiti. O quanto meno si presume che lo siano. Grossi cuscini a forma di cuore, orsacchiottoni di peluche e persino una serie di foto di matrimonio con tanto di cornice.
Fuori concorso, invece, i televisori: quelli grandi a tubo catodico. Sono sopravvissuti al passaggio da analogico a digitale, grazie a un decoder esterno erano riusciti a frenare l’inesorabile incedere della modernità. Sono caduti uno per uno. Sul campo. E giacciono al suolo aperti e senza i pezzi metallici più ricercati da chi frequenta i cassonetti. Altro particolare rilevante è quello che, ogni volta che la Rap va in apnea e non riesce a garantire un servizio di pulizia impeccabile, sembra che i palermitani si ricordino, proprio in quel frangente, che devono rinnovare casa. E quindi via porte, finestre, la credenza della povera nonna, il tavolino dello zio, le sedie, il comò, la poltrona della zia, quella che «Mettiamola vicino al cassonetto, che qualcuno magari se la prende, è nuova nuova». Mobili su mobili. Ma soprattutto frigoriferi: quanti frigoriferi cambiano le famiglie di Palermo ogni anno? Tantissimi a giudicare da quelli che fanno da torri di guardia ai cassonetti. Ma mai quanto i materassi. Che si sa, un sonno di buona qualità rende la gente più rilassata al mattino. Probabilmente non più civile, però.
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