Rete ospedaliera, critiche per Acireale e Giarre «Problemi per l’urgenza e poche ambulanze»

La rete ospedaliera siciliana, da ieri, è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale. Dopo l’approvazione ministeriale e gli aggiustamenti avvenuti in questi mesi, il piano di riordino è divenuto quindi realtà. Nel suo complesso, già negli ultimi giorni prima del benestare di Roma, il provvedimento era stato salutato con soddisfazione dai vertici della sanità catanese – con la sola eccezione del no comment del direttore generale del Garibaldi Giorgio Santonocito – ma non aveva generato lo stesso tipo di reazione in alcuni settori delle professioni sanitarie soprattutto per i cambiamenti che coinvolgono i presidi minori e le strutture di provincia. Una discrasia che diviene ancora più evidente nel caso degli ospedali riuniti di Giarre e Acireale dove, da mesi, si registra da un lato il parere positivo del direttore dell’Asp 3 e, dall’altro, il malcontento dei cittadini. Che lamentano soprattutto la chiusura di alcuni reparti nel Comune ionico guidato dal primo cittadino Angelo D’Anna. Tra tutti il Pronto soccorso, nonostante il numero di abitanti, e il dipartimento di Salute mentale.

E proprio dalla giunta di Giarre, che ha trionfato alle urne mettendo al primo posto del programma elettorale la salvaguardia dell’ospedale, vengono messe in luce le prime forti criticità del nuovo disegno. A spiegarle nel dettaglio è Enza Rosano, assessora alla Famiglia e alle politiche sociali: «L’assenza di un reparto di urgenza è un fatto devastante – spiega Rosano a MeridioNews – Sia per il bacino d’utenza che per la conformazione montana di alcune aree del nostro Comune, abbiamo bisogno di tempi d’intervento rapidi e strutture vicine. Non è possibile rivolgersi sempre a Taormina o ad Acireale – continua l’assessora –  Abbiamo diritto ad avere un ospedale di base con specialità come la Cardiologia e la Chirurgia, soprattutto perché le strutture ci sono anche se sono state depotenziate». La rappresentante del governo cittadino si scaglia inoltre contro la decisione, certificata dal nuovo provvedimento, di eliminare il punto nascita «nonostante il numero importante di bambini che, ogni giorno, vengono alla luce nella nostra città». Ma non solo. 

A chiudere i battenti sarebbe anche il dipartimento di Salute mentale, «fiore all’occhiello del nostro sistema sanitario», continua Rosano, «che con la nuova rete ospedaliera viene spostato ad Acireale perché il personale medico è andato in pensione e non si trovano i fondi per sostituirlo». Grava infine sulla situazione la condizione delle ambulanze medicalizzate – ovvero quelle che hanno personale medico a bordo, che «nonostante sulla carta dovrebbero essere otto – chiarisce ancora l’esponente politica – di fatto sono due o tre. Un fatto che ha aumentato esponenzialmente gli interventi dell’eliambulanza, con i relativi costi sulla collettività». Per colpa di quello che definisce un «atteggiamento miope quando non della malevolenza della politica regionale – conclude – i cittadini giarresi non sono oggi in condizione di essere tutelati in uno dei diritti più importanti che garantisce la nostra Costituzione». 

Per ascoltare le rimostranze dei cittadini, lunedì scorso, l’assessore regionale Baldo Gucciardi ha organizzato un incontro a Palermo dove comitati e politici locali hanno potuto chiarire le loro ragioni. «La distribuzione dei servizi in materia sanitaria, soprattutto per le emergenze-urgenze, deve essere omogenea – spiega Angelo La Rosa del comitato per l’ospedale di Giarre – Chiudendo il reparto di Giarre hanno creato una difformità evidente, e i risultati drammatici in termini di morti e disservizi sono sotto gli occhi di tutti». «Oggi si parla di novemila nuove assunzioni – aggiunge – ma crediamo sia solo propaganda in periodo elettorale perché di fatto non ci sono le coperture finanziarie».

Ciononostante, la visione del direttore dell’Asp 3 di Catania Franco Luca, all’indomani dell’approvazione ministeriale del testo, era del tutto positiva. «Per quanto ci riguarda il progetto è abbastanza omogeneo – spiegava a MeridioNews – non chiude nessuno ospedale, Giarre mantiene 50 posti per acuti quindi è una struttara pienamente attiva, con i suoi posti di Chirurgia che ci consentono di fare operazioni sul posto». Il provvedimento, continuava il manager, ha voluto anche «potenziare il polo AcirealeGiarre con una Utic (unità di terapia intensiva cardiologica) ad Acireale che prima non c’era». «Ci sono sicuramente delle persone che non sono contente – affermava il direttore, parlando di alcune proteste – ma dato lo stato delle cose e le prospettive, mi sembra un ottimo risultato. Abbiamo scongiurato la chiusura di importanti realtà».

Mattia S. Gangi

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