«Andrea Nizza è un mio amico e mi ha chiesto la cortesia di aiutarlo, ci conosciamo dall’infanzia». Sono le parole con cui si è giustificato Mario Finamore questa mattina durante l’udienza per la convalida del suo arresto. L’uomo è finito in carcere insieme alla compagna, Amalia Agata Arena, con l’accusa di favoreggiamento aggravato dall’avere favorito Cosa nostra. La coppia si sarebbe adoperata per curare la latitanza di Andrea Nizza. Il boss originario del viale Moncada 10 a Librino catturato nella notte tra sabato e domenica dai carabinieri del comando provinciale di Catania. Il ricercato era irreperibile da due anni e un mese ed è stato rintracciato dentro a una villetta di due piani che si trova nella periferia di Viagrande, nei pressi della strada provinciale 43, a due passi del parco Monte Serra. Arena e Finamore, secondo la ricostruzione degli inquirenti, hanno preso in affitto l’immobile tramite il portale online Subito.it con il loro nome per poi ospitarci dentro Nizza.
Finamore davanti il giudice per le indagini preliminari Santino Mirabella ha ammesso di conoscere il ruolo di Nizza spiegando di non essersi tirato indietro davanti alle richieste del boss a causa di una vecchia amicizia, in cambio avrebbe ricevuto una sorte di stipendio. «Sapevo che era latitante ma non potevo dirgli di no», ha spiegato l’indagato durante l’udienza di oggi, che si è svolta in un’aula super controllata del tribunale di Catania. L’uomo, insieme alla compagna, è difeso dall’avvocato Salvo Pace, è incensurato e originario del viale Grimaldi, nello stesso quartiere che l’ormai l’ex latitante aveva trasformato nella sua fortezza per gli affari legati al narcotraffico e alle armi. A parlare in aula è stata anche Amalia Agata Arena. La donna ha scelto poche parole spiegando di conoscere Nizza «come amico del marito». Per lei si sono riaperte le porte del reparto femminile del carcere di piazza Lanza mentre Finamore è stato trasferito al penitenziario di Bicocca.
Carcere in cui si trova anche Andrea Nizza. Il boss verrà interrogato domani e con ogni probabilità poco dopo verrà trasferito in una struttura fuori dai confini della Sicilia. Come anticipato ieri dal nostro giornale, per l’ex latitante sarebbero già pronte le carte per sottoporlo al regime del carcere duro. Per il 41bis di Nizza è già stato escluso il carcere di Bancali, a pochi chilometri da Sassari, in Sardegna. Qui è infatti già detenuto il fratello Daniele.
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