Il suo campo è quello della «coalizione di centrosinistra», si definisce più volte un «candidato civico» e ancora una volta apre la porta alle forze che non hanno aderito al suo progetto, a partire da Sinistra Italiana e i bersaniani di Mdp, per creare «un campo largo, perché soltanto attraverso la sintesi delle diverse sensibilità si può costruire una proposta realmente alternativa alla destra e ai cinquestelle».
Fabrizio Micari, il rettore dell’Ateneo palermitano, sostenuto dal sindaco Leoluca Orlando, rompe gli indugi e nel corso di una conferenza stampa ufficializza la propria candidatura. «Il mio – dice – è un invito ai cittadini, alle associazioni, alle forze politiche, perché è chiaro che la base e la bozza programmatica deve essere elaborata per diventare rappresentativa di tutte le anime che aderiranno a questo progetto».
Si muove in una cristalleria, Fabrizio Micari, ma riesce a non mandare in frantumi nessun suppellettile. A cominciare dalle modalità con cui si rapporta all’esperienza di governo in atto. «Tanto è stato fatto ma serve un cambio di marcia – ammette -. Serve recuperare un livello di credibilità nazionale e internazionale». Non nomina mai direttamente Rosario Crocetta, ma a domanda, risponde: «Nell’esperienza da rettore ho avuto modo di collaborare con tutte quante le istituzioni, dal Comune di Palermo, fino al rapporto con diversi assessorati regionali. Adesso bisogna prendere tutto quanto di positivo è stato fatto in questi anni e provare ad andare oltre, a partire dalle risorse europee e nazionali».
Le idee sul proprio futuro sono chiare, ma bisognerà attendere il voto per metterle in atto. «Se le cose dovessero andare bene, mi dimetterei da rettore il 6 novembre, ma non sussistono incompatibilità per cui debba farlo oggi», spiega Micari. Che poi parla del programma, sottolineando da subito che non punterà su slogan populisti. «Vogliamo rivolgere grande attenzione verso i diritti di chi ha difficoltà ad averli riconosciuti – dichiara -. Il lavoro per primo, insieme al tema dell’occupazione giovanile, perché i nostri giovani possano scegliere di andare da qualche altra parte ma non essere costretti a farlo. E poi forte attenzione alla salute, ai più deboli, a chi produce, all’impresa, a creare condizioni che possano permettere lo sviluppo di questa terra».
Rivendica più volte il proprio ruolo di garante all’interno della coalizione e affronta anche il tema della «legalità e della trasparenza, valori che devono essere rafforzati a partire dalle candidature, con un codice etico al quale stiamo lavorando». Micari parla anche di accoglienza. «I migranti non sono un problema, ma sono o possono rappresentare una grande opportunità. La Sicilia – aggiunge – ha bisogno di una fase di accelerazione e di un cambio di marcia. Vorrei che insieme provassimo a recuperare entusiasmo».
Non manca infine l’appello alla sinistra. «Credo che lo spazio ci sia. Credo di poter mettere al servizio della coalizione l’esperienza e la capacità amministrativa maturata guidando la prima azienda pubblica siciliana. In questa nuova esperienza – conclude – la squadra è fatta da quei partiti che, con i loro simboli, si riconoscono in questo progetto».
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