«Davide Faraone non è titolato a fare proposte pubbliche perché un dirigente di partito si confronta prima all’interno degli organismi preposti. Per quanto mi riguarda si tratta di una proposta irricevibile, perché non viene da un deliberato di partito. D’altronde, sono quattro anni che esprime opinioni contro il governo». Rosario Crocetta è un fiume in piena, prova a trattenere la rabbia, ma evidentemente questa volta le parole del sottosegretario alla Salute hanno colpito nel segno.
«Per me – ammette Crocetta – è un elemento imprescindibile quello di partire con le forze alleate, la proposta politica per le prossime regionali deve essere concordata e deve essere fatta di concerto col partito. Per lavorare in questa direzione – continua il governatore – bisogna intanto fare il bilancio di questa esperienza di governo, delineando anche il quadro di quello che è stato fatto». Insomma, secondo Crocetta si tratta di una questione di chiarezza. «Se il giudizio sul governo regionale dovesse essere negativo – spiega – non si capisce come ci potremmo presentare agli elettori. Io sono convinto che il giudizio sia più che positivo e che gli assessori abbiano fatto bene. Siccome Faraone teme che sia così, allora prova a fare fughe in avanti». Anche se, per il presidente, una novità rispetto alle dichiarazioni dei mesi scorsi c’è. «Non parla più della sua candidatura alle primarie ma resta vago, promettendo che ci sarà una candidatura espressione della loro area. Di chi si tratta? E soprattutto: loro chi sono?».
Il governatore passa poi al recente risultato delle primarie di partito, che a suo dire avrebbero dato a Renzi un riscontro al di sotto delle possibilità. «Renzi paga il prezzo della politica di Faraone in Sicilia e non ha quel successo che avrebbe potuto avere – attacca -. Insomma, non me ne frega niente di rispondere a Faraone perché si tratta di una proposta che tra l’altro non proviene dal segretario regionale che è invece Fausto Raciti».
Quello con il fedelissimo renziano è un rapporto che non è mai stato roseo fino dal primo momento, e che non sembra destinato a migliorare. «Ho altro da fareche impelagarmi nelle polemiche di Faraone – prosegue -. Mentre lui continua a giocare con il puzzle delle candidature, io devo pensare a cose più serie. E comunque non credo sia un caso che per la prima volta non candidi se stesso, intuendo che potrebbe perdere. E poi – specifica Crocetta – trovo assurdo che uno dica a un presidente in carica di fare quel che gli pare, a questo punto fare chiarezza diventa persino un’operazione di igiene politica».
A proposito dell’ipotesi di rimpasto ventilata negli scorsi giorni, Crocetta chiarisce: «Nessuno ha proposto un rimpasto. Il tema riguarda le forze politiche, che devono decidere se continuare a sostenere questo governo o meno, la verifica non è sulla giunta. Poi – conclude – io posso decidere di lasciare gli assessori perché valuto che hanno fatto un buon lavoro».
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