Fabio Licata ha segnalato le tante ritorsioni nei suoi confronti e sui colleghi. Con la paura che in alcuni quartieri incalza a ogni turno di lavoro: «Più di una volta ci sono state persone che hanno cercato di entrare nei mezzi di raccolta per rubarci borselli e cellulari»
Rap, un operatore denuncia le intimidazioni al Cep Norata: «Chi fa un torto a uno di noi lo fa alla città»
«Abbiamo paura, ogni giorno». Lo dice senza tentennamenti Fabio Licata, lavoratore Rap e amministratore del gruppo Facebook La Rap siamo noi. Ci crede, insomma, in quello che è un mestiere delicato e che lo porta ogni giorno a raccogliere i rifiuti prodotti dai suoi concittadini. Un lavoro non certo facile, spesso ingrato, specie in questo periodo di crisi tra cumuli di immondizia accatastati a Bellolampo e una differenziata che non decolla. Ecco perché spesso sono proprio i dipendenti della municipalizzata a diventare il parafulmine delle critiche e delle lamentele della popolazione. In alcuni quartieri, poi, i rischi sono ancora maggiori.
«Al Cep abbiamo paura ad espletare il servizio della pulizia campane – racconta Fabio Licata – Più di una volta ci sono state persone che hanno cercato di entrare nei mezzi di raccolta per rubarci borselli e cellulari. Per non parlare delle minacce subite per costringerci con prepotenza al ritiro dei rifiuti ingombranti mentre stiamo facendo altro». Gli episodi, in tal senso, si fanno sempre più numerosi.
«L’ultimo, che mi è successo personalmente, mi ha fatto preoccupare – racconta ancora il lavoratore – Erano le sette di mattina, stavo rimuovendo con la pala i rifiuti usciti dal sacchetto, quando si avvicina un omone con furgone, si ferma e mi dice pigghiati sti sacchi ca’, senza buongiorno né per piacere. Si trattava di due sacconi enormi e pesanti. Quando ho fatto presente che non era l’orario di conferimento lui, indispettito, è sceso dal furgone, ha preso i sacchi e li ha buttati per terra, aggiungendo accusì ti piace? Io non ho detto niente ma ho fatto un cenno con la testa di disapprovazione. Lui mi ha guardato e mi ha detto curo’, un tistiare picchi’ già ma cacatu a minchia, ti fazzu a facci tanta».
Un’intimidazione vera e propria, ancora più scocciante perché rivolta verso incolpevoli operai: «Siamo stanchi di subire e stanchi di aver paura di non tornare più a casa dalle nostre famiglie per colpa di gente che non ha niente da perdere». Dopo l’allarme lanciato da Fabio Licata, abbiamo chiesto una replica direttamente ai vertici dell’azienda che si occupa della gestione dei rifiuti a Palermo.
«Denunce del genere a questi livelli un po’ sorprendono – afferma l’amministratore unico di Rap Giuseppe Norata – Questa è una situazione che riveste evidentemente carattere di urgenza. In quartieri come Cep e Borgo Nuovo eventi simili accadono spesso. Così come nei luoghi dove ci sono le isole mobili: per questo voglio accelerare sui centri comunali di raccolta, proprio per eliminare queste postazioni mobili che dovevano servire in maniera estemporanea e creano tensione. Meglio invece avere siti controllati e sorvegliati per il conferimento».
I cumuli di immondizia che si accumulano in molte strade creano un inevitabile malcontento. E da lì forse, cioè dal miglioramento del servizio, che si potrebbe ripartire per evitare ritorsioni del genere? «Le angherie che subiamo tutti sono tante – spiega l’amministratore unico di Rap – Qualcuno si rivolge contro di noi per spavalderia, qualcun altro merita di essere segnalato alle autorità competenti. Il problema è che spesso gli operatori sono soli, e quindi sono soggetti a critiche severe (ma queste vanno bene, ci stanno perché ci occupiamo di un settore fondamentale) e atteggiamenti prepotenti (che invece non possono essere accettati). Chi fa un torto a un lavoratore Rap fa un torto alla città».
Ma come si possono arginare questi fenomeni, al di là di un capillare lavoro di sensibilizzazione che il Comune ha affermato più volte di voler intraprendere? «Quando possibile affiancheremo i lavoratori Rap, come avviene coi carabinieri – afferma Norata – Ma spesso e volentieri, per via delle note carenze di personale, sono costretti ad operare da soli. Con l’insediamento del consiglio di amministrazione ci sono più teste che possono supportare questa azione di tutela. Io personalmente da tempo vado in giro a fare dei sopralluoghi, per essere presente sul territorio. Ci tengo a ribadire che i dipendenti Rap lavorano seriamente e danno il meglio di sé».