Qualità della vita, Palermo e provincia agli ultimi posti «La città è un’orchestra, serve spartito ben scritto»

Non riesce a muoversi dal fondo della classifica, e anzi peggiora il già poco lusinghiero risultato dell’anno precedente, quando la provincia di Palermo si era classificata 104esima su 110 posizioni. L’annuale report sulla qualità della vita, pubblicato dal quotidiano ItaliaOggi e curato dal dipartimento di statistiche economiche dell’Università La Sapienza di Roma (con il supporto di Cattolica Assicurazioni), vede la città metropolitana quest’anno al 106esimo posto. Un lieve miglioramento c’è solo per il capoluogo siciliano, che risale al 97esimo posto nell’altra classifica pubblicata in contemporanea dal Sole24ore. 

Due indagini che hanno diversi indicatori ma che non si discostano molto nei risultati: si vive male sia in città che in provincia. Nonostante, come analizza in maniera generale ItaliaOggi, «proprio nella contrapposizione fra grandi e piccoli centri urbani sta una delle principali tendenze confermate in questa edizione. Non più un Centronord avanzato contro un Mezzogiorno povero, quanto piuttosto province minori, collocate trasversalmente lungo tutta la Penisola, caratterizzate da dinamicità imprenditoriale (e non solo), a cui fanno da contraltare i grandi centri metropolitani, più statici e con condizioni meno accettabili». Ma non si tratta, almeno a guardare i dati, del territorio panormita. Dove gli indicatori che fanno crollare agli ultimi posti si confermano: la qualità ambientale (102esimo posto), il disagio sociale (108esimo posto), il tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (109esimo posto). I dati migliorano su pochi altri ambiti, comunque importanti: sulla classifica finale della criminalità Palermo si piazza in un dignitoso 77esimo posto, mentre per quanto riguarda il sistema salute la provincia sale fino al 63esimo posto

Le due classifiche sono state oggetto di molti commenti politici. Come quello di Igor Gelarda, consigliere comunale a cinquestelle: «Eppure ci stupiamo dei tanti riconoscimenti nazionali e internazionali che questa città ha ricevuto negli ultimi anni – è la sua chiosa iniziale -. Capitale dei giovani nonostante siamo una delle province d’Europa con la più alta disoccupazione giovanile, capitale della Cultura e percorso Unesco solo grazie alla storia passata che possiamo vantare di avere, e non certo per chi negli ultimi decenni non è stato neanche in grado di rimuovere o ristrutturare i resti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Forse proprio perché solo chi ci vede dall’esterno, e non conosce i veri problemi che abbiamo, può pensare di premiarci. Chi vive in città tende a fuggire, ciascuno di noi ha amici o parenti che sono emigrati, scappando dalla città, in cerca di migliori fortune». 

Mentre Maurizio Carta, preside della Scuola Politecnica dell’Università di Palermo, invita a guardare oltre. «Palermo sale comunque di due posizioni – spiega -. Certo non è un balzo ma è un segnale di tendenza. Nonostante tutte le perplessità sui parametri e sulle metriche, le classifiche servono sempre a migliorare e indicano dove concentrare gli sforzi. Per Palermo credo che serva ancora di più avere un’azione strategica di sistema che sia coerenza e amplificazione alle diverse azioni. La città è un’orchestra e va diretta facendo suonare al meglio tutto gli strumenti ma secondo uno spartito ben scritto (il piano) e con adeguata conduzione (la regia istituzionale)». E conclude: «Il problema non è stare due posizioni sopra o sotto ma staccarsi dal fondo della classifica e raggiungere le posizioni che Palermo dovrebbe occupare. Ecco perché servono azioni sinergiche e con un maggiore partenariato pubblico-privato».

Aggiornamento ore 18.18

Il sindaco Leoluca Orlando nel pomeriggio sulla questione fa sapere che «continua il percorso di miglioramento della qualità della vita a Palermo anche se, certamente, il risultato raggiunto, che è in linea e conferma quanto già avvenuto fra il 2015 e il 2016, non può farci ritenere pienamente soddisfatti e ci sprona a proseguire sulla giusta strada. Il lungo lavoro realizzato negli anni per far uscire Palermo dalla palude dell’immobilismo, con una programmazione di interventi strutturali e una progettualità che non ha uguali in Italia, sta finalmente dando i suoi frutti. Il fatto che questi dati si riferiscano all’intero territorio provinciale deve comunque fare riflettere, anche con la fortunata coincidenza della odierna ordinanza del TAR sulla Città metropolitana, sulle conseguenze nefaste di quanto avvenuto negli ultimi anni, con il caos amministrativo causato, per non dire voluto, dalla Regione che ha avuto un impatto fortemente negativo sulla capacità di spesa, sui servizi e sulla possibilità di sviluppo e progettualità per tutta l’area metropolitana».

«Siamo soddisfatti – ha concluso Orlando – del miglioramento sul fronte dell’ambiente e dei servizi (grazie alla ZTL, al miglioramento del trasporto pubblico col Tram e ai servizi condivisi, alle pedonalizzazioni e agli interventi organici in zone critiche della città da Ballarò allo Zen, da Danisinni a Brancaccio) e su quello della sicurezza (che unisce repressione e controllo a prevenzione). Pesa come un macigno su tutte le città italiane, e specie meridionali e siciliane, la disoccupazione legata alla grave crisi economica iniziata nel 2008. Disoccupazione che, è vero, cresce a Palermo del 10 per cento, ma cresce anche del 300 per cento secondo dati Istat in altre grandi città come Torino, Messina, Bologna e Catania». 


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