Il filesharing e la risposta Urbani

E’ di pochissimo tempo fa la notizia della trasformazione in legge del famoso Decreto Urbani che punisce con multe anche pesantissime ed anche la reclusione chi utilizza, a scopo di lucro, files coperti da diritti d’autore e rinvenuti via Internet illegalmente.
Filesharing è un termine anglosassone che ultimamente si sente sempre con più frequenza; ma cosa è? E’ la condivisione, mediante un collegamento ad internet, di files di ogni natura tra più utenti connessi nello stesso momento.

Nel 1999 un semplice studente, Swan Fanning, inventò un potente programma per la condivisione e la ricerca di mp3 ( tracce musicali in formato digitale ), Napster. Chiunque, grazie a questo programma scaricabile gratuitamente da Internet, poteva collegarsi e scaricare la musica preferita senza alcun costo. Naturalmente questa operazione va contro ogni legge sui diritti d’autore, e dopo varie denunce da parte delle case discografiche ed un lungo processo, Napster fu reso fruibile esclusivamente a pagamento.
Ma da allora la strada veniva spianata, e poco dopo Napster decine di altri programmi per il filesharing videro la luce e si diffusero per tutto il mondo ad una velocità strabiliante (ne ricordiamo alcuni tra più famosi come Winmx, eDonkey, Gnutella o Kazaa).
Questi nuovi programmi utilizzano una tecnologia diversa da quella del “fu” Napster, e cioè il peer to peer, la connessione diretta tra due personal computer collegati ad Internet. Questo genere di rete non soffre delle debolezze che hanno permesso la chiusura e la regolamentazione di Napster, per cui non esiste una maniera pratica per bloccare questa ondata di file tra i vari computer. File che tra le altre cose non sono più esclusivamente musicali, ma comprendono anche video, film e qualsiasi tipo di software.

Il Decreto Urbani è stato posto in essere proprio per limitare un tale scambio illegale di prodotti coperti da diritti d’autore che va a ledere gli interessi delle case discografiche, cinematografiche e delle software houses.
Al momento della pubblicazione del Decreto urbani, sono state tantissime le critiche rivolte e le revisioni fatte anche in conformità alla regolamentazione che l’Unione Europea stava studiando sul tema.
La Legge, che va a colpire chi scarica da Internet ed utilizza prodotti coperti da diritti d’autore, prevede per i trasgressori ammende fino a 15.000 €, fino a 6 anni d reclusione e la  confisca delle apparecchiature informatiche.
In conformità alle direttive europee, è stata posta una clausola speciale per quanto riguarda il download di brani musicali; sarà infatti perseguibile solo chi scarica ed utilizza questo tipo di file a fini di lucro e non per esclusivo uso personale.
Essendo il verdetto completamente a discrezione dei Giudici, questo è stato (ed è ancora) uno dei punti più controversi di questa Legge, che vede ancora oggi numerosissime contestazioni su molti mezzi di comunicazione, soprattutto tra le pagine web ( vedasi ad esempio il sito www.mannasauro.com/nourbani ).

Insomma, con la grande diffusione di Internet e delle nuove connessioni a banda larga, il filesharing ha creato molti danni economici alle società di distribuzione e produzione di CD, DVD e Software in quanto è molto più conveniente scaricare ciò che più interessa anziché andare a comprare l’originale. Tanto che nella legge Urbani è presente una normativa per stanziare fondi al cinema italiano, fortemente danneggiato dalla pirateria.

Forse sarebbe anche ora di far notare come dei circa 20 € mediamente spesi per un CD musicale originale, ben più della metà sono introitati dalla SIAE, mentre solo un’esigua parte spetta all’artista, il vero artefice dell’opera. E non è una questione di poco conto, se si considera che il successo della pirateria sta proprio nel minor costo delle copie “non originali”.

La Legge è ancora in via di ulteriori modifiche, ma intanto si scopre che i gestori del sito ufficiale del Ministero di Giuliano Urbani sono stati denunciati dal deputato europeo radicale Marco Cappato in quanto violano la Legge Urbani in uno dei suoi articoli: mettono in rete illegalmente molti documenti coperti da copyright senza l’aggiunta di  un “idoneo avviso circa l’avvenuto assolvimento degli obblighi derivanti dalla normativa sul diritto d’autore e sui diritti connessi”.

Paradossi all’italiana…


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