Filippo Nigro, attore per caso

«Gli incontri coi ragazzi sono sempre molto stimolanti perché sono, anzi siete, molto diretti e mai scontati. Mi aspetto un bel confronto oggi».

Queste le parole che siamo riusciti a rubare a Filippo Nigro prima di salire sulla “cattedra” del Campus di Taormina riservato ai ragazzi, durante la penultima giornata del Taormina Film Festival 2008. Abbigliamento molto semplice (jeans, maglietta e scarpe da ginnastica) e un atteggiamento disponibile, diretto, simpatico: così si è presentato ai giovani l’attore di film come Le fate ignoranti, o La finestra di fronte o ancora la serie tv Ris, delitti imperfetti 1, 2 e 3 per citarne qualcuno. A moderare l’incontro Lorena Bianchetti, l’ormai famosa conduttrice che “ha trovato l’America” negli studi di Domenica In.

L’incontro è stato motivo per ripercorrere la vita artistica dell’attore idolo delle ragazzine, dagli studi al Centro Sperimentale di Cinematografia gestito da Lina Wertmüller, ai primi ruoli al cinema e alla popolarità derivata dal successo televisivo dei Ris, fino all’ultima commedia Amore bugie e calcetto. Nigro ha raccontato che la sua carriera d’attore è iniziata quasi per caso, grazie ad uno zio paterno che lo ha convinto a frequentare un corso per attori. Tra i tanti ha scelto il Centro di Studi della Wertmüller “Ho tentato il provino, ma non credevo che mi avrebbero preso: è stata una grande sorpresa”. L’attore poco più che ventenne ha affrontato gli studi senza rendersi perfettamente conto di ciò che studiava, ma “al di là delle tantissime cose che ho imparato in questa scuola, la cosa più importante che ho capito frequentandola è il fatto che volessi fare l’attore. È stato come un continuo crescere di passione che ogni giorno di più diventava parte di me”.
In ogni personaggio interpretato è possibile trovare qualcosa di lui. “Dal momento in cui inizi a leggere il copione, a quando iniziano le riprese diventa parte di te. C’è sempre un certo meccanismo che ti fa immedesimare, anche se ognuno lo fa con una sensibilità diversa”.

Filippo Nigro racconta di essere molto critico con se stesso ed ammette che, quando guarda per la prima volta un film in cui ha recitato, è talmente concentrato a guardarsi “anche un po’ “narcisticamente” che non riesce a godersi appieno la visione, perché “un attore, per essere bravo, deve saper trasmettere delle emozioni al pubblico”.
Tra le curiosità della platea soprattutto il Centro di Studi Cinematografici. Gli studenti vogliono sapere anche del rapporto con Lina Wertmuller: “Il Centro studi era una scuola e come tale funzionava. Lina Wertmuller, la presidente, è stata una presenza costante”.

Ha anche aggiunto che adesso le cose al centro sono un po’ diverse, ad esempio hanno limitato l’accesso ad una certa età mentre prima era aperto a tutti “Se non ricordo male ora c’è il limite di 23 anni. È vero che quando frequentavo io si notavano delle differenze tra ventenni: c’era qualcosa che non andava, quindi credo che sia meglio così”.

A quel punto, però, come direbbe Marzullo, considerando che la platea era formata per la grande maggioranza da studenti universitari, la domanda è nata spontanea.
Stando a ciò che tu hai detto, chi fa la nostra stessa scelta di iscriversi all’università e comunque volesse fare l’attore non avrebbe la possibilità di accedere a centri di studio come questo. Allora quale sarebbe la scelta migliore?
Bisogna scegliere. Comunque ci sono tante scuole, anche private, certo costano, ma volendo si potrebbe frequentare quelle. E poi, bisogna sempre tenere a mente che ci sono tanti attori molti bravi che non hanno frequentato nessuna scuola. Hanno del puro talento”.


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