Vittime dimenticate: gli uomini della scorta

La triste storia degli attentati di mafia è stata scritta con il sangue dei morti, con la rabbia, con le lacrime di chi è rimasto in vita, spettatore di tanta violenza.
I morti ammazzati non sono stati solo gli uomini eccellenti della lotta alla mafia. No. Tra loro c’erano piccoli eroi quotidiani. Dimenticati, quasi del tutto. Gli uomini della scorta.
A loro si fa cenno tra le pieghe di articoli dedicati ai protagonisti della pericolosa missione antimafia. Molti di loro hanno perso il nome.
A loro si fa cenno come numero, quando si tirano le somme delle stragi. Quando si fanno i conti. E i numeri strappano via l’identità.
Ma a loro è dovuto molto di più. E’ dovuto il ricordo di chi si schiera dalla parte della legalità. Di chi riafferma con l’impegno personale, quotidiano, il valore della vita e dell’onestà.
A loro dobbiamo riconoscere il grande merito di aver sacrificato la propria vita alla vita degli altri.
Abbiamo il dovere di restituire valore alla morte degli uomini della scorta, senza nome, che ne sono stati privati morendo all’ombra di personaggi più importanti, gli obiettivi delle stragi.
Tutti devono assumersi il compito di combattere il pericoloso velo di silenzio che ancora una volta minaccia di nascondere la realtà, raramente urlata, a volte sussurrata, mai sufficientemente ripetuta.
Senza ripetere parole ormai usurate, ma con il rischio sempre presente di cadere nella retorica e disperdere il significato profondo della nostra affermazione di speranza, ricordiamo le vittime dimenticate.


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