Cronaca

Processo Capuana, la ricostruzione dell’insegnante di sostegno di una vittima degli abusi

«La ragazzina aveva dei problemi di concentrazione e difficoltà di apprendimento. Nonostante le visite di controllo specialistiche, non venne scoperta nessuna patologia». È stato l’insegnante di sostegno della vittima che per prima ha denunciato il santone Pietro Capuana a ricostruire, durante l’udienza del processo che si sta celebrando nell’aula bunker di Bicocca a Catania, le criticità che aveva rilevato da professore della ragazzina che, all’epoca, frequentava la terza media. A testimoniare è stato poi anche il fratello della stessa vittima. Il giovane ha confermato che la sorella frequentava l’Associazione cattolica cultura e ambiente (Acca) e la comunità di Lavina, nel territorio di Aci Bonaccorsi (in provincia di Catania), che era guidata da Capuana. Il 78enne è imputato nel processo 12 Apostoli con l’accusa di avere abusato sessualmente di numerose ragazze, all’epoca dei fatti minorenni. Ribattezzato «l’arcangelo» – di cui si sarebbe considerato la reincarnazione – Capuana avrebbe fatto passare le violenze per «riti purificatori». A processo insieme a lui ci sono anche Rosaria Giuffrida, Fabiola Raciti e Katia Scarpignato ritenute fiancheggiatrici del santone.

«Avevamo indirizzato l’alunna, che si assentava anche spesso, a fare delle visite specialistiche – ha ricostruito l’insegnante di sostegno – anche in un ospedale di Messina». Dagli esiti, però, non sarebbe mai emersa nessuna specifica patologia. «Allora, abbiamo ritenuto quelle difficoltà potessero essere collegabili a un qualche episodio traumatico di cui non eravamo a conoscenza». E, in effetti, la ragazzina è stata poi la prima – di un lungo elenco di vittime – nel 2016 a denunciare alle forze dell’ordine di avere subito abusi da parte di Capuana fin da quando aveva undici anni. Dichiarazioni dopo le quali, la madre della vittima sarebbe stata anche avvicinata da una componente della congrega che avrebbe cercato di persuaderla del fatto che le violenze del santone erano, in realtà, «un’esperienza mistica fatta di atti di amore dall’alto» che lei stessa aveva provato da giovane.

Con questi due ultimi testi della parte civile – che sono stati indicati dall’avvocato Tommaso Tamburino che assiste numerosi vittime – si chiude la parte dedicata ai testi dell’accusa. Nel corso della prossima udienza, già fissata per martedì 18 aprile, è previsto l’interrogatorio degli imputati. Sempre che non si avvalgano della facoltà di non rispondere.

Marta Silvestre

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