Antonello Rizza dovrà continuare a stare lontano da Priolo Gargallo. A deciderlo, nei giorni scorsi, è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa, Giuseppe Tripi, che ha rigettato la richiesta presentata dai legali dell’ex sindaco, gli avvocati Domenico Mignosa e Tommaso Tamburino. Rizza è stato arrestato a ottobre, con l’accusa di turbativa degli appalti, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata per i presunti condizionamenti nell’affidamento dei lavori banditi nel centro del Siracusano.
L’arresto dell’ex primo cittadino è stato accompagnato in un primo momento dalla misura cautelare dei domiciliari, poi modificata in divieto di dimora. «Abbiamo pronto il ricorso in appello – commenta a MeridioNews l’avvocato Tamburino – perché non comprendiamo le ragioni secondo le quali non esisterebbero le condizioni per una revoca della misura interdittiva, visto che Rizza non è più sindaco in seguito alla presentazione delle dimissioni». Il legale sottolinea poi come siano trascorsi anche i tempi che rendono ufficiale il passo indietro del politico forzista. «La legge prevede che passino 20 giorni per fare sì che le dimissioni siano effettive, periodo che è ampiamente trascorso», aggiunge Tamburino. Per il gip, però, al momento è necessario che Rizza non stia a Priolo: «La misura cautelare fa riferimento al rischio di reiterazione del reato e non l’inquinamento delle prove – specifica il legale – quindi non capiamo come Rizza potrebbe essere nuovamente coinvolto nei fatti che gli vengono imputati non avendo più cariche politiche».
La vicenda dell’arresto ha avuto riflessi anche nella campagna elettorale per le Regionali, dove il politico priolese è stato candidato nel collegio di Siracusa con la lista di Forza Italia finendo con lo sfiorare i cinquemila voti, non sufficienti però a ottenere un seggio all’Ars. Rizza – dopo il fermo avvenuto quando le liste dei candidati erano state già ufficializzate – aveva deciso di continuare a rimanere in corsa per uno scranno a Palazzo dei Normanni. Fatto questo che aveva rilanciato la polemica sugli impresentabili nella colazione a sostegno di Nello Musumeci.
L’appello verrà esaminato nelle prossime settimane dal Tribunale del Riesame. Lo stesso organo a fine mese dovrà decidere su un’altra richiesta, quella della pm Margherita Brianese, che si è opposta alla decisione di Tripi di revocare i domiciliari chiedendo il ripristino della misura cautelare.
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