Il gruppo si spostava in aereo da Catania a Venezia. Con delle macchine a noleggio raggiungevano la base operativa, allestita in alcuni appartamenti presi in affitto a Grado. Il primo assalto il 31 agosto con un bottino di 35mila euro. Guarda il video
Presa la banda catanese delle rapine in Slovenia Viaggi in aereo e poi i colpi con automobili rubate
Due persone sono state arrestate e una terza è indagata a piede libero per due rapine avvenute nei mesi scorsi in filiali bancarie del Carso sloveno. L’indagine è stata coordinata dal settore di polizia criminale di Nova Gorica e Capodistria, in Slovenia, in collaborazione con la squadra mobile delle questure di Gorizia, Trieste e Catania. L’inchiesta ha permesso di accertare come i criminali fossero trasfertisti che giungevano in aereo da Catania a Venezia, noleggiassero dei veicoli per raggiungere la base operativa – degli appartamenti presi in affitto a Grado – e poi prendessero di mira gli obiettivi, agendo con macchine rubate.
Uno dei colpi risale al
31 agosto, quando due uomini a volto coperto fecero irruzione in una filiale della banca NKBM di Castel Dobra. I malviventi brandendo un taglierino minacciarono le impiegate riuscendo a farsi consegnare un bottino di 35mila euro. Per la rapina il gruppo utilizzò una Fiat 500, ritrovata dalla polizia il 2 settembre e risultata rubata il 25 agosto a Cervignano. Il secondo colpo l’1 ottobre a una banca di Dutovlje. Stesse modalità operative con in più l’utilizzo di una pistola.
Fondamentale per risalire agli autori del reato è stato l’esame approfondito delle immagini, dei lettori targa, dei numerosi tabulati telefonici richiesti alla procura di Gorizia, che hanno consentito dapprima l’individuazione certa degli autori materiali della rapina – due
uomini di 27 e 44 anni, pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, che si trovano in carcere in Slovenia in attesa di giudizio – e infine l’intera composizione del gruppo criminale, per il quale sono state disposte perquisizioni personali e domiciliari.
Una terza persona, di 43 anni, sempre della zona di Catania, è stata identificata attraverso un’ulteriore cooperazione transfrontaliera di polizia: l’uomo era
precipitosamente tornato in Sicilia il giorno dopo l’arresto degli altri due sospettati.