Pippo Civati lo aveva annunciato lo scorso 21 giugno a Roma: avrebbe fatto in fretta a espandere il fronte del dissenso all’interno del Pd. Durante la presentazione del suo nuovo movimento, Possibile, aveva detto ai militanti intervenuti da tutta Italia: «Non perdiamo tempo, sta a voi aprire i circoli». E questa mattina a Palermo, una grande assemblea a cui hanno partecipato giovani, studenti universitari, professori, semplici cittadini e simpatizzanti, ha accolto la costituzione del primo comitato il cui portavoce è Alessandro De Lorenzo, laureando in Giurisprudenza. In provincia di Palermo seguirà a breve quello di Bagheria che farà riferimento a chi era vicino a Civati già da prima. Andando al resto della Regione, i primi comitati che si sono costituiti sono a Trapani con un riferimento provinciale, creato mettendo assieme persone vicine a Civati di diversi comuni della provincia: Alcamo, Castellammare, Mazara, Trapani, Paceco, con l’dea di sviluppare poi i comitati nei singoli comuni,
Altri comitati che già esistono sono Pachino che fa riferimento a Salvatore Olindo, Racalbuto con Nicola Manoli e Gela con Nuccio Cafà, ex consigliere comunale. Comitati di prossima costituzione sono quelli di Catania, Scordia, Belpasso, Motta Santastasia, Augusta, Ispica, Ragusa, Modica, Comiso e Agrigento provincia. «In questi Comuni – spiega Lillo Fede, responsabile per la comunicazione in Sicilia – già sono state fatte le riunioni a cui hanno partecipato le persone proprio per formare il comitato, quindi manca davvero poco. Siamo molto avanti e la programmazione è fitta – continua -. Ci diamo tutta l’estate per coinvolgere la gente, perché sono tutte adesioni spontanee e abbiamo intenzione di presentare il progetto e accogliere più adesioni possibili. Le adesioni ai comitati sono di fatto tesseramenti. Ci si può iscrivere singolarmente, attraverso la piattaforma e man mano che si costituiscono i comitati la gente verrà dirottata su quelli creati».
Ancora non c’è uno statuto vero e proprio ma anche su quello si sta lavorando: «C’è una carta dei valori – continua Fede – che è il Patto repubblicano, presentato lo scorso anno. E’ una forma di statuto provvisorio che con il contributo di tutti sarà rivisto e dato in versione definitiva all’assemblea nazionale di ottobre, ovvero la fase fondativa vera e propria a cui tutti i tesserati potranno partecipare».
Possibile si sta già impegnando a organizzare campagne referendarie, con la raccolta di firme sui «punti peggiori delle leggi varate dal governo Renzi: Jobs Act, Italicum, ddl Buona Scuola, Sblocca Italia, che – aggiunge Fede – poi sono quelli hanno causato l’uscita di Civati dal Partito democratico. A quale sinistra guardiamo? Il nostro è un percorso di condivisione, un percorso di sinistra di governo e non identitaria, una proposta lanciata alle singole persone ma anche a soggetti politici che vorranno collaborare con noi nel merito di iniziative che vogliamo intraprendere. Non è una somma di sigle, ma la volontà di costruire un progetto nuovo, basato su un programma di governo. Non siamo sinistra estrema, guardiamo a una sinistra nuova».
Una sinistra nuova che include sicuramente Sel con cui già tre mesi fa hanno dato vita a Sottosopra, «uno spazio comune che è costante ancora ora – aggiunge il responsabile -, non solo con li partito di Vendola ma anche con altri soggetti politici anche in vista delle elezioni regionali, quando saranno». E a chi vuole già affibbiargli l’etichetta di un classico movimento/partito che raccoglie disillusi e dissidenti, risponde: «Non sarà una bella etichetta ma non è nemmeno pessima. Il Partito Democratico – conclude Fede – ha tradito le aspettative, gli elettori; era caratterizzato da una precisa collocazione politica e Renzi è chiaro che non voglia nascondere il fatto che sia diventato un’altra cosa. Il Pd governa in maniera stabile con quello che era il centrodestra, e realizza le stesse identiche riforme che voleva realizzare il governo Berlusconi. Se qualcuno è deluso da questo a noi da solo piacere che possa ritrovare in Possibile la fiducia. noi abbiamo le idee chiare».
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