Dove è finito il polverino dell’Ilva? Quale regione d’Italia o d’Europa è stata individuata «come nuova pattumiera»? Che fine farà il polverino già arrivato nella discarica di Melilli? Sono le domande che i rappresentanti dei comitati No polverino Ilva e No Pua hanno posto a Nunzio Martello, commissario straordinario dell’Autorità portuale di Catania, dove è arrivata la nave carica dello scarto industriale proveniente da Taranto, poi trasferito alla discarica Cisma di Melilli, nel Siracusano. Viaggi che si sono fermati, come annunciato dal governo nazionale e confermato dallo stesso Martello agli attivisti.
«L’ammiraglio Martello – sottolinea la delegazione dei due comitati – ha dichiarato che il traffico di rifiuti verso Catania è attualmente fermo, anche se ad attestarlo non vi è nessuna comunicazione scritta pervenuta dal ministero dell’Ambiente, al di là delle note apparse sulla stampa». Gli attivisti hanno chiesto conto delle modalità di trasporto del polverino. Quando, lo scorso 15 dicembre, hanno bloccato uno dei mezzi appena arrivati al porto di Catania, hanno trovato il rifiuto speciale coperto solo da un telone aperto in più punti. «Di fronte alle inequivocabili immagini dei cumuli di polverino depositati sulle sponde esterne dei camion – comunicano gli attivisti – lo stesso Martello ha riconosciuto l’anomalia dell’operazione come un fatto oggettivo, ribadendo che “il rifiuto non deve essere disperso” e facendo intendere che apposite indagini giudiziarie sarebbero in corso. Nel dare sentore di ciò, tuttavia, il commissario ha più volte assicurato che, in base agli accertamenti fatti, il trasporto sulla nave Eurocargo Livorno è avvenuto rispettando le relative norme di sicurezza, così come i camion sono risultati idonei».
A curare la logistica dell’intera operazione di trasferimento da Taranto a Melilli è stata la Paradivi Servizi, società di proprietà della stessa famiglia Paratore che detiene il controllo della discarica Cisma. Solo in alcuni casi, invece, il trasporto è stato effettuato dalla società Trans Isole di Angri, in provincia di Salerno. In ogni caso, viste le condizioni in cui viaggiava la polvere nero, i comitati sottolineano come «è evidente che a monte si è verificata una falla nei controlli di sicurezza. Sia nel porto di partenza (Taranto) che in quello di arrivo (Catania). Controlli che, nello specifico, competono alla Dogana, essendo il polverino d’altoforno considerato alla stregua di qualunque altra merce ordinaria».
E infine le domande sul futuro: dove viene smaltito adesso il polverino? E come verrà trattato quello arrivato a Melilli? «Su queste domande – conclude la nota – il governo Gentiloni-Renzi continua a tacere, mentre in compenso il ministero dell’Ambiente ha tenuto a ribadire che la “temporanea” operazione polverino è “comunque avvenuta in piena sicurezza e trasparenza». Il comitato invita quindi i cittadini a partecipare alla prossima riunione, lunedì 23 gennaio alle 20 a Siracusa, nei locali della Chiesa San Paolo Apostolo in Ortigia.
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