«Considerata l’eccezionalità della situazione sanitaria in Italia, interessata dall’emergenza legata al Covid-19, l’azienda farmaceutica Pfizer si impegna a dare il suo contributo in aiuto dei pazienti, delle persone più fragili e degli operatori sanitari, nel rispetto delle sue competenze». La multinazionale, che ha anche un importante stabilimento nella zona industriale di Catania, ha deciso di donare farmaci per un valore di circa 2,5 milioni di euro.
Dopo la morte di un dipendente di 52 anni – la prima vittima etnea per coronavirus, cui oggi si aggiunge il secondo caso di un sessantenne deceduto all’ospedale di Caltagirone – a livello locale è iniziato un braccio di ferro per la chiusura del sito tra la dirigenza dell’azienda e le sigle sindacali. Intanto, stando a quanto risulta a questa testata, ad alcuni colleghi già in quarantena del dipendente deceduto – che si occupava del controllo della documentazione delle produzioni e aveva, quindi, contatti sia con gli operai dei vari reparti che con gli impiegati di diversi uffici – sono stati fatti i tamponi per il Covid-19.
«Quello che siamo riusciti a ottenere finora – spiega a MeridioNews Giovanni Romeo della Filctem Cgil – è che per tutta questa settimana, al netto di attività urgenti, lo stabilimento di Pfizer resta fermo». Dei circa ottocento impiegati, al momento, nel sito si recano solo poche decine di lavoratori. L’azienda non ha accolto la richiesta dei sindacati di un fermo cautelativo di 15 giorni perché nello stabilimento catanese si producono farmaci fondamentali, gli antibiotici iniettivi. Adesso, a livello nazionale l’azienda ha scelto di mettere a disposizione delle strutture ospedaliere antibiotici, steroidi, antifungini, dopamina e vaccini, «che possono essere indicati nella prevenzione e gestione di alcune serie complicanze nei pazienti colpiti da coronavirus».
Una scelta che potrebbe impattare sui livelli di produzione del sito catanese? «Sono farmaci che già esistono, non devono essere prodotti in aggiunta – rispondono a MeridioNews dalla direzione nazionale di Pfizer – Questa nostra scelta etica, dunque, non avrà nessun aggravio sulla produzione dello stabilimento di Catania». Il metodo di distribuzione dei farmaci è ancora da decidere tra le singole strutture che ne faranno richiesta o con un metodo più centralizzato. Intanto, l’azienda farmaceutica da sapere che condividerà strumenti e conoscenze, che «schieriamo in prima linea le nostre persone, offriamo la nostra esperienza nello sviluppo di farmaci e mettiamo a disposizione i nostri asset produttivi».
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