Pd e Megafono condannati alle clientele

Il Pd siciliano e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, faranno finta di nulla. Per loro le elezioni comunali sono state “vinte”. Il fatto che i numeri dicano l’esatto contrario non significa nulla. Forse, visti i magri risultati, litigheranno di meno. La paura li dovrebbe costringere a fare di necessità virtù.

Di fatto, il Pd siciliano, dopo la sconfitta alle elezioni comunali di Palermo, dopo la sconfitta alle elezioni regionali dello scorso ottobre e dopo la sconfitta alle elezioni politiche nazionali, inanella un altro pessimo risultato. Con il sigillo dalle tremende batoste finali di Ragusa e Messina.

Il Megafono di Crocetta, Movimento politico di clientele efferate, tra pareri legali nulli e alti burocrati a tutto servizio, tra gestione del potere stile vecchia Dc e promesse A iosa non sfonda.

Come faceva Raffaele Lombardo, ‘miete successi’ solo tra i deputati mercenari dell’Ars. Ma tra l’elettorato popolare non esiste.

L’Udc siciliana non ha bisogno di commento: si commenta da sé. Nel senso che, tra poco, se ne occuperanno il Wwf e la Lipu, per inserire questo Partito tra le specie ‘protette’ a rischio di estinzione.

Tuttavia sarebbe illusorio pensare che queste forze politiche cambieranno linea. L’unica salvezza, per i vari Crocetta, Lumia, Cracolici, D’Alia sono le clientele. E gli affari.

Il primo banco di prova sarà l’acqua. Crocetta, in campagna elettorale, si era dichiarato fautore dell’acqua pubblica. Una settimana fa ha cambiato opinione. Il Pd siciliano dovrebbe essere spaccato. Ma considerato che la base, in questo Partito, non ha voce, dovrebbe passare la linea degli affaristi. Cioè acqua ai privati, in perfetta continuità con la Giunta Lombardo-Pd della passata legislatura.

Il clientelismo e gli affari del Megafono di Crocetta e del Pd – che, a differenza di Totò Cuffaro e di Lombardo, godono di ottimi ‘appoggi’ – aprono una grande strada alle forze politiche di opposizione: il Movimento 5 Stelle in prima battuta, ma anche ad altre formazioni, da Antonio Ingroia al Partito Socialista dei Siciliani in fase di organizzazione.

I prossimi mesi vedremo sempre di più Crocetta e il Pd siciliano a difesa dell’indifendibile: li vedremo barcamenarsi tra acque, rifiuti, Muos, elettrodotti e altri disastri. Bisognerà capire come si svilupperà l’opposizione all’interno dell’Ars, ma anche fuori, dal Muos di Niscemi all’elettrodotto di Terna nella Valle del Mela, in provincia di Messina. Dalle raffinerie siciliane, che bisognerebbe chiudere alla follia della chimica di Gela, che andrebbe sbaraccata. Dalla follia della chimica di Milazzo alla chimica di Siracusa, altre attività dannose da chiudere. Dai petrolieri che distruggono il mare ai petrolieri che operano nella terra ferma siciliana: tutta gente da mandare via. 

Insomma c’è da lavorare molto con l’opposizione. Ma anche con il governo delle città: un governo alternativo alla vecchia politica che oggi domina, come una cappa di veleno, la Regione. Partendo da Messina e da Ragusa, due luoghi simbolo da dove può nascere una nuova Sicilia.

A Ragusa, in particolare, il Movimento 5 Stelle, con il suo nuovo Sindaco, avrà la possibilità non soltanto di mettere in pratica una gestione della città al reale servizio in favore dei cittadini, ma anche per aprire a quella parte del Pd che si è ribellata alla segreteria regionale del proprio Partito per appoggiare il candidato a 5 Stelle.

Da Ragusa può partire un’esperienza politica importantissima: un esempio per scardinare la vecchia dirigenza del Pd siciliano arroccata sull’affarismo e sulle degenerazioni della politica.

 

 

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