Bracciali, collane e monili di vario genere. Erano gli ornamenti addosso al simulacro della Maria Santissima Addolorata, conservata nella chiesa di Santa Margherita. Le forze dell'ordine indagano da tempo, ma nei giorni scorsi una lettera anonima ha additato i colpevoli
Paternò, spariti gioielli da statua della Madonna Giallo tra denunce in procura e lettere anonime
Spariti o smarriti. Si tratta di bracciali e collane, ancora da precisare in che quantità, che si trovavano addosso al simulacro della Maria Santissima Addolorata. Sono degli ex voto che solitamente, durante la processione del Venerdì santo, adornano le braccia e le mani della statua raffigurante la Madonna, conservata nella chiesa di Santa Margherita. La notizia dell’assenza si è diffusa, come un fulmine a ciel sereno, nella tarda serata di martedì. A quanto pare mancherebbero all’appello diverse decine di oggetti in oro per un valore ancora tutta da precisare. Da una prima stima di parla di qualche migliaio di euro.
C’è anche da dire che fino ad adesso non esisterebbe un apposito registro che cataloghi e descriva gli ex voto. Quest’ultimi sono di solito custoditi in una cassaforte, sotto la diretta responsabilità del rettore della chiesa o dei facenti funzioni, anche laici, stretti collaboratori del parroco. I carabinieri della compagnia di Paternò già da quasi un mese stanno indagando sul fatto, dopo che è stata spedita una dettagliata segnalazione contro ignoti. Partita, a quanto sembra, da uomini della curia. Il nuovo rettore della chiesa di Santa Margherita è padre Salvo Patanè, che dal primo di ottobre ha preso il posto di padre Salvatore Alì, andato a dirigere la chiesa della Spirito Santo nel quartiere Ardizzone.
A infuocare il caso una lettera anonima fatta recapitare alla procura di Catania, ai carabinieri e ad alcune televisioni locali. Una gola profonda che ha riportato nella missiva i nomi di coloro che potrebbero essere gli autori del furto, chiudendo con una provocazione: «So che è stata fatta una denuncia contro gli ignoti – si legge nella parte finale – ma gli ignoti sono noti; c’è bisogno di un altro inchino per muovervi? Buon lavoro».
Padre Salvatore Alì, ex direttore della parrocchia, apparso amareggiato, non ha voluto commentare l’accaduto: «Fa male la cattiveria di alcune perone», dice. Momento non facile per la Chiesa paternese. In difficoltà anche padre Salvo Patanè, il quale ha ribadito il pensiero del suo predecessore. E ha preferito non esporsi, limitandosi a un no comment. Le forze dell’ordine che indagano sul caso stanno cercando anche in direzione della possibile vendita dei preziosi.