Aprirà da settembre a Paternò una nuova realtà imprenditoriale nascente dalle ceneri dell’ex call-center Qè: la società si chiamerà Netith (Network for innovation and tecnology hub). Il progetto prevede la creazione di un Digital innovation hub nel settore informatico, non solo legato alle attività di call center, ma anche connesso a servizi vari, incubazione d’impresa e digitalizzazione di documenti. Non è ancora certo il numero iniziale di posti di lavoro – a quanto sembra si partirà con il minimo indispensabile – ma è stato garantito il graduale reintegro degli dipendenti licenziati da Qè. Tutto dipenderà dalla riuscita del piano d’azienda.
A realizzare il tutto la Di Bella group, società paternese da sempre interessata all’idea. «A settembre avvieremo questa nuova realtà – spiega a MeridioNews l’imprenditore Franz Di Bella, proprietario anche della vecchia sede dismessa – Possiamo dire che si tratterà di un centro servizi basato sull’innovazione tecnologica per cui c’è anche l’ok della Regione Sicilia, con cui è stato avviato un ragionamento relativamente allo stanziamento di fondi. L’iter burocratico è in corso ed è già abbastanza avanzato». «La nuova azienda – conclude Di Bella – sorgerà sulla stessa area dell’ex Qè, i due capannoni di contrada Tre Fontane, e anzi a breve provvederemo a realizzare una terza struttura, così da avere a disposizione oltre cinquemila metri quadrati di spazio per accogliere questa novità imprenditoriale».
Tutto ciò è stato illustrato questa mattina, nel corso di una riunione in Prefettura – convocata dal vice prefetto Domenico Fichera – con tutte le parti interessate alla riuscita del progetto. Erano dunque presenti, oltre allo stesso Franz Di Bella, i rappresentanti di settore dei sindacati Cgil e Cisl, il sindaco di Paternò Nino Naso, Giuseppe Caudo in qualità di componente dell’ufficio del presidente della Regione, Loredana Lauretta per l’assessorato regionale delle Attività produttive, il direttore dell’ispettorato del Lavoro di Catania Domenico Amich, Franco Caruso per l’Inps. Invitati al tavolo anche i rappresentanti delle aziende in passato già committenti di Qè, e i responsabili di Enel Energia, aderente al progetto.
«L’incontro ha rappresentato un passo definitivo verso la costruzione di una nuova realtà imprenditoriale – sostengono in un comunicato le due sigle sindacali – la committente Enel ha confermato il suo impegno e la volontà di partire con dei volumi di commesse che permetteranno lo start-up in tempi brevi. Un’altra azienda, la Transcom, in una nota si è detta disponibile ad un confronto rapido e definire così un accordo commerciale con la neonata società. Per altro verso Wind, presente in conference call, ha ribadito le proprie difficoltà visto il difficile momento che sta vivendo l’azienda anche a seguito dell’esternalizzazione di alcuni siti produttivi.Tuttavia – aggiungono i sindacati – a seguito delle sollecitazioni nostre, dell’imprenditore, e del vice prefetto, è arrivata anche l’adesione di questa azienda». Le sigle si sono dette, inoltre, pronte a vigilare sulla contrattualizzazione delle commesse in ballo, iter da concludersi entro la fine di luglio. «Pur confermando la disponibilità ad un confronto responsabile e concreto con i committenti e con l’azienda, che si mostra affidabile e concreta – sostengono i rappresentanti di Slc-Cgil e Fistel-Cisl – permane la forte volontà di individuare strumenti utili alla veloce ricollocazione di tutti gli ex lavoratori dell’ormai fallita Qè, così da non perdere la grande opportunità garantita da questa iniziativa imprenditoriale».
Soddisfatto anche il sindaco Nino Naso che, parlando di «una vittoria della città», rende merito «alla determinazione di tutti quei ragazzi dell’ex call center, che non hanno mai mollato. Ribadisco la nostra disponibilità a favorire ove possibile questa nuova realtà imprenditoriale, anche con l’impegno in prima persona se necessario». Sulla questione è infine intervenuto Giuseppe Caudo: «Quella di oggi è una dimostrazione di forza del sistema Sicilia: un imprenditore disposto a scommettersi, i sindacati vicini ai lavoratori, il governo regionale, attento ad una crisi che poteva lasciare 600 persone fuori dal mercato del lavoro, e che oggi interviene con 400 mila euro di cofinanziamento per un contratto di sviluppo che mira a rilanciare le attività».
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