La struttura è costata un milione di euro, ma non è mai stata completata diventando bersaglio dei ladri ma pure un dormitorio per senza fissa dimora. Ieri notte il fumo che si è spigionato dall'interno ha allertato i cittadini che hanno avvisato i pompieri
Paternò, incendio doloso in ricovero per senzatetto Nato come centro per calamità, resta un’incompiuta
Rogo di matrice dolosa ieri all’interno del Centro operativo misto (Com) di zona Ardizzone, a Paternò. Qualcuno ha appiccato il fuoco all’interno di una delle stanze dell’edificio, un’incompiuta costata un milione di euro. Viene usato come ricovero d’emergenza per i senzatetto e gli extracomunitari. Ad attirare l’attenzione di passanti e polizia municipale è stato il fumo fuoriuscito dalle finestre. Sul posto i pompieri hanno rapidamente spento le fiamme e adesso gli investigatori valutano diverse ipotesi. Possibile che sia stato acceso un fuoco in prossimità di materiale facilmente infiammabile – vestiti e spazzatura – per cucinare o riscaldarsi. Oppure potrebbe trattarsi di un messaggio intimidatorio ai potenziali inquilini. Sulla vicenda indaga la polizia municipale.
Il Com è una struttura quasi del tutto ultimata, ma mai entrata in funzione. Per completarla sarebbero stati sufficienti circa 100mila euro. Somma che non è stata trovata e così l’intero edificio è stato lasciato in mano ai vandali, ai ladri e di recente è diventato un dormitorio per chi non ha dove ripararsi. L’edificio, realizzato con soldi della protezione civile, sarebbe invece dovuto servire come centro operativo in caso di calamità naturali. Mentre la vera emergenza è quella dei ladri, che in questi mesi, hanno portato via anche le porte in alluminio esterne e interne.
Rubati anche gli infissi, le porte in legno e le tubature in rame per l’impiantistica. I vandali hanno distrutto il resto. Una stanza del primo piano, fino a qualche tempo addietro, era stata trasformata in una camerata. Il resto delle stanze invece venivano usate come latrine. I consiglieri comunali Ezio Messina e Ivan Furnari, dopo le varie interrogazioni presentate al sindaco alle quali non è mai stata data risposta, hanno denunciato alla corte dei conti il fatto, chiedendo di accertare i responsabili di questo scempio e di questo sperpero di denaro pubblico.