Sono passati due mesi da quando la struttura comunale di viale dei Platani è stata aperta al pubblico. Anche se incompiuta. A mancare sono, tra le altre cose, i contratti Enel, gli allacci del metano e gli scaldabagni. Una situazione che costringe chi usufruisce dei locali a evitare perfino di lavarsi le mani
Paternò, centro per disabili senza riscaldamento «Soldi finiti, abbiamo chiesto ai volontari le stufe»
A due mesi dalla sua inaugurazione, il centro diurno disabili di viale dei Platani con l’arrivo della stagione invernale presenta i suoi problemi di struttura incompleta: fondi finiti, impianti di riscaldamento ancora da realizzare, ma comunque inaugurato lo scorso 23 ottobre. Almeno per evitare che facesse la fine di tante strutture pubbliche quasi complete e lasciate in aria per mancanza di soldi, di conseguenza finite nelle mani degli incivili di turno. Il problema del freddo è stato segnalato da alcuni familiari degli ospiti della struttura ai componenti della commissione ai Servizi sociali, che hanno effettuato un sopralluogo. «Il freddo si fa sentire – affermano i parenti di chi frequenta il centro diurno – Ci è stato garantito che in tempi brevi tutto sarà risolto».
Dopo aver ascoltato i racconti dei circa 30 disabili che ogni giorno passano il loro tempo in viale dei Platani, alcuni consiglieri di minoranza componenti commissione hanno presentato una interrogazione diretti agli uffici comunali nonché agli assessori di competenza. Nel documento i consiglieri comunali di «opposizione non costruttiva» (che si definisce così per distinguersi dalla parte di opposizione che si è detta «costruttiva») – Nino Valore, Ivan Furnari, Ezio Mannino, Vito Rau e Roberto Faranda – evidenziano come «dal giorno della sua inaugurazione, il centro è sprovvisto di tutte le utenze necessarie all’espletamento delle attività: riscaldamenti, pompe di calore, contratto Enel, allaccio metano e scaldabagno». Col risultato che le temperature all’interno dei locali sono perennemente molto basse. I ragazzi sono costretti perfino a lavarsi le mani con le salviettine imbevute, vista l’assenza di acqua calda. L’unica fonte di calore è una piccola stufetta elettrica utilizzata per la sala principale, dove si svolgono le attività.
«Ma è davvero possibile che in quattro mesi nessuno dell’amministrazione si sia preoccupato di risolvere questi disservizi?», chiedono i consiglieri. La replica dell’assessore ai Servizi sociali Salvatore Galatà non si è fatta attendere: «Non potevamo lasciare la struttura in mano ai vandali – sostiene – I soldi sono finiti, se avessimo dovuto attendere altre somme e lasciarla chiusa l’avrebbero fatta a pezzi». E annuncia i modi che l’amministrazione ha pensato per «eliminare il disagio». Vale a dire, tramite la collaborazione con alcune associazioni di volontariato, «abbiamo portato lì alcune stufe – dice l’assessore – In attesa di installare dei termoconvettori, che saranno tolti dalla scuola materna di via Messina, ormai chiusa da tempo. Sarà installato anche lo scaldabagno». Si tratta, secondo Galatà, «di uno sforzo non indifferente, vista la difficoltà di reperire i soldi necessari».
Per l’assessore paternese, inoltre, a mancare sarebbe stata la sensibilità istituzionale da parte dei consiglieri firmatari dell’interrogazione: «L’hanno divulgata prima alla stampa che a me. Mi avessero contattato avrei spiegato tranquillamente come stanno le cose», afferma. E aggiunge: «Il contratto con la cooperativa che gestisce il centro di viale dei Platani scade il 31 gennaio – conclude – Ma la struttura non chiuderà. Nei tempi ai quali siamo costretti dalla burocrazia e dall’arrivo dei fondi, riassegneremo il servizio».