Una città che non ci sta a passare per razzista, e che invece si riscopre solidale. Così è Partinico, il Comune del palermitano che nei giorni scorsi è stata al centro delle cronache dopo l’aggressione razzista nei confronti di Dieng Khalifa, il 19enne lavoratore senegalese che è stato picchiato davanti a un bar in piazza Santa Caterina. E mentre gli aggressori venivano arrestati una rete, quella della comunità particinese, ha visto insieme associazioni, sindacati, partiti, mondo cattolico e singole persone: tutti insieme per dire no al razzismo. All’appello di Rifondazione Comunista, lanciato lo scorso 31 luglio l’ex Arena Lo Baido, in decine hanno partecipato «per dare una risposta al clima xenofobo che sta proliferando in tutta Italia e che ha visto la nostra città essere recentemente protagonista in negativo della cronaca nazionale».
Da quell’incontro è venuta fuori l’idea di un primo appuntamento, che si terrà sabato 04 agosto a partire dalle ore 19 in piazza Duomo. Il nome dato all’iniziativa, la solidarietà crea comunità, spiega il senso che la rete ha voluto dargli. «Siamo convinti che quanto sta accadendo, compresa la gravissima aggressione razzista nei confronti di Dieng Khalifa, sia il segnale inequivocabile di una società sofferente – scrivono gli organizzatori – soprattutto dal punto di vista economico e sociale, intrisa di un conseguente odio che trova sfogo in generale contro il “diverso”, il più debole, oggi identificato nel migrante. Vogliamo valorizzare e consolidare legami di mutualismo già esistenti e riscoprirne di nuovi e per farlo vogliamo ripartire dalla nostra piazza, luogo naturale di incontro dove immaginare e costruire il senso della nostra comunità. L’obiettivo che ci proponiamo è arduo e siamo consapevoli che una sola iniziativa non basta, ma noi vogliamo iniziare e speriamo che sabato sia solo un primo momento per tornare a incontrarci».
Un appello rivolto a tutti, «non solo a chi è nato e cresciuto qui, ma anche a chi da qui è dovuto andare via e ritorna sporadicamente per ritrovare i propri affetti, a chi si trova qui solo di passaggio per brevi o lunghi periodi in un centro d’accoglienza». E un invito a essere parte attiva, attraverso racconti, testimonianze e musica. Insieme a una cena che serve a mettere al centro «il cibo come mezzo di incontro che sia espressione delle nostre storie, dei nostri territori ma che sia anche buono e accessibile per tutti secondo le proprie possibilità».
Mentre ieri, sempre a Partinico, si è svolta l’assemblea cittadina della Cgil Palermo e della Camera del lavoro. Il sindacato ha lanciato un appello alla città per condividere un’iniziativa di denuncia politica contro l’atteggiamento del governo rispetto ai migranti e contro ogni forma di violenza, che semina paura. «Khalifa – ha detto il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo – ha invitato a non alzare le mani. Non si è difeso. A casa sua la sua mamma, in Senegal, gli ha insegnato a essere così. E’ il miglior erede di Danilo Dolci, ha fatto suo il messaggio della non violenza. E oggi è lui qui a Partinico a ricordarlo a noi. Noi siamo migranti come lui e bisogna fare fronte comune per diffondere i valori della solidarietà, dell’accoglienza e il valore della dignità del lavoro». All’assemblea sono intervenute numerose associazioni, la diocesi di Monreale, la chiesa di Partinico, l’amministrazione comunale con il vicesindaco Motisi e un assessore della giunta, comunità di accoglienza e alcuni ragazzi migranti che da anni vivono a Partinico. «Sto qui da due anni – ha detto Amaura, uno di loro- e non ho mai assistito a episodi di odio razziale. Non deve più accadere una cosa del genere. Io sono stato accolto come a casa e tutti dobbiamo potere camminare per strada tranquilli. Sto bene qui ma voglio tornare prima o poi a casa». Anche la Cgil parteciperà infine alla manifestazione di domani.
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