Passa allo Stato la lussuosa abitazione di Benedetto Valenza, storico esponente della famiglia mafiosa di Borgetto, imprenditore che aveva raggiunto una posizione di monopolio nel settore grazie alla protezione di Cosa nostra
Partinico, confiscata mega villa al re del calcestruzzo Una casa da 4milioni di euro con Spa e bosco privato
Passa definitivamente nel patrimonio dello Stato una mega villa del valore di circa 4milioni di euro, a Partinico. Piscina, area Spa e persino un boschetto privato: oggi finisce sotto confisca la mega villa di Benedetto Valenza, il re del calcestruzzo di Borgetto. In azione i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo che hanno eseguito, su richiesta della sezione Misure di Prevenzione, il provvedimento a carico del 57enne storico esponente della famiglia mafiosa di Borgetto.
Valenza è stato coinvolto in diversi processi di mafia. Figlio di Salvatore e nipote di Erasmo, esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Borgetto, nonché vittime di lupara bianca il 21 aprile del 1983, in quanto legati al gruppo del boss Gaetano Badalamenti. Fin dagli anni ’90 Valenza era considerato l’imprenditore di riferimento per la produzione di calcestruzzi delle famiglie mafiose dei Vitale e dei Brusca, riuscendo così a raggiungere una posizione di monopolio grazie alla protezione di Cosa nostra.
L’imprenditore già nel 2001 aveva subito una prima confisca. Era finito anche nell’inchiesta sul cemento depotenziato utilizzato per realizzare appalti pubblici. Nell’ottobre del 2016, dopo indagini del Gico, una villa di circa 600 metri quadri per complessivi oltre 22 vani, con un vasto parco di oltre 1,5 ettari comprendente numerosi altri corpi accessori nonché un garage coperto di 100 metri quadrati e una piscina era stata sequestrata. Grazie all’analisi dei rilievi aerofotogrammetrici dal 1994, i finanzieri sono riusciti a dimostrare che la costruzione della villa era in realtà avvenuta tra il 1994 ed il 1998, anni in cui Valenza era in piena espansione imprenditoriale.
Per questo motivo, alla luce della evidente sproporzione fra redditi dichiarati e beni posseduti, la sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha ritenuto di disporre la confisca della villa e di tutte le sue pertinenze quantificati per un valore di circa 4milioni di euro.