La vicenda del parco di Acqua dei Corsari, simbolicamente intitolato a Libero Grassi, rimane aperta. Soprattutto, dopo l’annuale pedalata civica di domenica scorsa organizzata dal Comitato che si batte per la bonifica e l’apertura del sito, che pare aver smosso finalmente le acque. È partita ieri, infatti, una raccolta firme in tutta la zona interessata che sarà presentata alla prefetta Antonella De Miro, alla quale è stato formalmente chiesto un incontro e inviata una lettera che ripercorre la cronistoria del parco e che mette in evidenza le dissonanze fra i dati Arpa e quelli raccolti dal laboratorio Ambiente. I primi firmatari della petizione sono stati il presidente del Senato Pietro Grasso, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, l’assessore regionale Antonello Cracolici e il questore Guido Longo. «Regione, Provincia e Comune si trascinano in un continuo scarica barile» dice Giuseppe Serio, membro del Comitato e impegnato in prima persona nella raccolta porta a porta delle firme. «L’avevano chiamato Teatro del Sole, ma dopo la consegna nel 2007 è stato distrutto tutto. Io abito in zona e ho assistito al declino di questo posto, è diventato un’altra Bellolampo» aggiunge l’uomo.
Negli anni, ripercorre Serio, ha inciso soprattutto la mancanza di controlli e di cancelli funzionanti. Combinazioni che hanno permesso agli incivili di turno di intrufolarsi nell’area e abbandonare ogni sorta di rifiuto. Qualche anno fa è stata addirittura tirata fuori dal mare un’automobile. Per non parlare dell’efferato omicidio consumato nel 2013 e che portò al ritrovamento, proprio in quello che dovrebbe essere uno dei parchi più belli della città, del corpo di Massimo Pandolfo. «Ho preso contatti anche con Antonio Tomaselli, presidente della seconda circoscrizione, che si è mostrato disponibile e seriamente interessato alla situazione». Da tempo, infatti, Tomaselli si fa portavoce dei problemi del quartiere, dal degrado al randagismo, in netto contrasto col «silenzio assordante delle amministrazioni in materia».
Al prefetto, una volta consegnate le firme raccolte, verrà chiesto di provare a risolvere definitivamente la situazione. Sarà chiesto, inoltre, di esortare Invitalia, in quanto committente delle indagini, a fare chiarezza in merito alla discordanza dei dati raccolti in questi anni e a effettuare l’analisi del rischio e ottenere, così, il rilascio del certificato di avvenuta bonifica, che consentirebbe la fruizione pubblica dell’intero parco. «Quanto ancora deve durare questo atteggiamento da parte delle istituzioni?», si interroga Serio, che ripensa anche al grave incendio divampato il 15 luglio scorso. Ha procurato non pochi danni al sito, ma non è stata registrata «nessuna reazione di cittadini e politici».
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