Paradossi: a Canicattì tribunale soppresso, ma si continua a pagare l’affitto

Paradossi d’Italia e di Sicilia: a Canicattì, grosso centro in provincia di Agrigento -noto per avere dato i natali ai giudici Rosario Livatino e Antonino Saetta, oltre che per la sua uva- l’amministrazione comunale continua a pagare un carissimo affitto per locali di uffici giudiziari che non ci sono più.

Si  parla di 125 mila euro l’anno per mantenere le sedi  delle Sezioni civile e penale del giudice monocratico. Peccato che queste sezioni, nell’ambito della riforma della geografia giudiziaria varata l’anno scorso, siano state soppresse. Così dallo scorso Settembre, racconta il Gds, quei locali sono vuoti, resta solo qualche ufficio nel pianterreno del Giudice di Pace.  Ma il Comune deve comunque strappare un assegno mensile da dare ai proprietari per l’intero immobile.  E a quanto pare dovrà farlo fino al 2019.

Il Sindaco, Vincenzo Corbo,  ha affidato all’Avvocatura comunale  il compito di studiare  bene il contratto e trovare una soluzione.  La situazione è ingarbugliata, anche perché  proprietari avevano sostenuto dei costi notevoli per adeguare l’intero stabile alle precise richieste dell’ufficio logistico del Ministero della Giustizia.  E i vincoli contrattuali sono abbastanza stretti.

L’unica cosa certa è che si stanno buttando per aria soldi pubblici.

Redazione

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