Ormai la città sembra aver metabolizzato la chiusura al traffico di qualche importante via: per esempio, via Maqueda. Così, dopo il dibattito sulle polveri sottili, sempre presenti, il vice comandante dei Vigili urbani annuncia ulteriori controlli. Ma, soprattutto, si comincia a ragionare sulle alternative all'automobile
Palermo torna a interrogarsi sull’inquinamento dell’aria La Polizia Municipale: «Controlli sulle targhe alterne»
Palermo torna a fare i conti con l’inquinamento dell’aria. Non è storia nuova. Se ne parlava (poco) negli anni ’80 del secolo passato, quando si cominciava a discutere di circolazione delle automobili a targhe alterne, pur tra mille polemiche. E’ stata fatta qualche cosa in più negli anni ’90, quando sono iniziati i primi controlli con le centraline che eseguono il monitoraggio dell’aria. E se ne torna a parlare oggi con la chiusura al traffico di intere strade.
Le polemiche sono sempre roventi. Perché non sempre i cittadini sono disposti ad accettare la chiusura al traffico di intere zone della città. Anche se rispetto al passato sono stati fatti grandi passi in avanti. Tant’è vero che ormai la città ha metabolizzato la chiusura al traffico automobilistico di via Maqueda, zona cittadina che registrava pericolosissimi livelli di accumulo di benzene, sostanza altamente inquinante e esiziale per la salute umana.
Oggi il tema si allarga ad altre aree della città. A porre la questione è stata la vice presidente vicaria del Consiglio comunale, Nadia Spallitta. E proprio a lei sembra rispondere il vice comandante della Polizia municipale della città, Luigi Galatioto, dirigente del servizio di viabilità e mobilità, che all’Agenzia Italpress dice: «Saranno intensificati i controlli sulle targhe alterne contestualmente alle procedure poste in atto dall’Amministrazione comunale per migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’inquinamento ambientale e il traffico veicolare privato».
Insomma, rispetto ai temi sollevati dai cittadini palermitani sensibili all’inquinamento dell’aria l’Amministrazione comunale di Palermo non resterà con le mani in mano. Anche perché dai rilevamenti si pone drammaticamente il problema delle polveri sottili, soprattutto per i bambini.
«Con questo – dice sempre il vice comandante della Polizia municipale – non intendiamo operare alcuna vessazione nei confronti del cittadino, ma in un rapporto di collaborazione, dobbiamo agire tutti nella stessa direzione ed essere consapevoli di adottare tutte le cautele necessarie per tutelare la salute pubblica. Facendoci carico di controllare le emissioni della nostra auto in genere, ma anche evitando il frequente ricorso all’uso della auto».
Il messaggio è chiaro: dopo l’introduzione delle aree no-automobili il Comune di Palermo inizierà a ragionare sui mezzi di trasporto alternativi. Già è in corso di realizzazione il tram che, in verità, almeno fino ad oggi, ha notevolmente peggiorato la vita dei palermitani, perché ha aumentato a dismisura il caos nelle strade cittadine. E tanti sono i dubbi sulla sua reale funzionalità.
Un altro mezzo alternativo sarà di certo l’incentivo delle biciclette. Una carta che, in verità, l’Amministrazione comunale di Palermo non ha mai giocato fino in fondo, a parte le un po’ comiche strisce – sparse senza convinzione qua e là – dove far circolare le biciclette. Una svolta politica e amministrativa in questo senso sarebbe positiva, visto che Palermo, città pianeggiante, sembra fatta apposta per la bicicletta.