«Quando mi hanno chiamato i direttori Castagnini e Sagramola ho scelto subito questa piazza. Quando sono venuto a giocare al Barbera mi sono sentito veramente un giocatore, con quello stadio e quella gente Per fare questo lavoro è importante sentirsi un giocatore». Edoardo Lancini, difensore classe ’94 tesserato dal nuovo Palermo, ammette di essere stato stregato dal calore dei tifosi già quando è venuto ad affrontare i rosanero da avversario col Brescia, squadra di cui ha fatto parte fino alla scorsa stagione. E nonostante la promozione in A delle Rondinelle, il calciatore ha deciso di ripartire dalla serie D, con la maglia dei siciliani: «La mia separazione col Brescia – spiega in conferenza stampa – è stata una mia scelta perché dopo otto anni lì, di cui sei mesi in prestito a Novara, non avevo più motivazioni. Ho voluto cambiare, c’erano molte squadre in serie B che mi volevano, tra cui l’Entella del mio ex mister Boscaglia». Nonostante questo, c’era anche la possibilità che la sua avventura con i lombardi continuasse: «Il presidente Cellino era possibilista sul rinnovo, ma io non ho voluto continuare. Mi sono sempre trovato bene. Ma se dopo un po’ non hai le stesse motivazioni…».
E il difensore è molto legato soprattutto a un suo ex tecnico, il siciliano Boscaglia che ha fatto le fortune del Trapani e che al Brescia gli ha regalato una certa continuità: «Boscaglia è il tecnico che ha creduto di più in me, quello che mi ha fatto giocare di più anche senza dirmi tante cose. E per questo lo ringrazierò sempre. Mister Corini è stato sempre molto bravo con me a livello umano. Mi ha detto sempre tutto ciò che doveva dirmi, tra cui anche il fatto che ormai il Brescia per me era una storia un po’ chiusa». Proprio l’ex capitano e tecnico rosanero, però, lo ha spinto maggiormente ad accettare la corte del Palermo: «Corini mi ha parlato benissimo della piazza, mi ha detto che qua c’è tutto per giocare a calcio. C’è la passione e c’è l’entusiasmo della gente. Cose che ci sono anche al nord, ma in maniera diversa. Qui si sente che c’è proprio amore per la maglia». E le aspettative intorno ai siciliani sono alti: tutto l’ambiente infatti immagina di ritrovare presto il calcio professionistico. «Le mie aspettative sono quelle di tutta la squadra. Vogliamo tornare nel calcio che conta con questa società, perché è importante riportare questa piazza in alto. Piano piano si faranno altri progetti».
Anche lui dunque, come Martinelli, arriva in rosanero dal Brescia e con la mezzala ha condiviso lo stesso percorso che lo ha portato in Sicilia. «C’eravamo già sentiti. Sapendo anche il fatto che c’erano Castagnini e Sagramola, entrambi ci hanno aiutato. Loro hanno fatto in modo che il Brescia sia in serie A, oltre ovviamente all’importanza del presidente Cellino. Nei momenti bui erano Sagramola e Castagnini ad aver fatto il bene del Brescia». Nonostante sia uno degli elementi più esperti, comunque, Lancini non vuole autoproclamarsi leader: «Penso che tutti dobbiamo essere dei leader. Non bisogna dirlo, ma bisogna farlo in campo e dimostrarlo con i fatti. Credo che noi che siamo i più vecchi riusciremo anche ad aiutare gli elementi più giovani». E anche Lancini, dopo tanti anni passati a giocare in categorie professionistiche, dovrà approcciarsi a un campionato diverso, di categoria inferiore a quelli che era abituato ad affrontare. «Credo che il calcio non sia soltanto valore tecnico, ma hanno la loro importanza anche la testa e le motivazioni. Sono venuto qua perché sono motivato e ho voglia di mettermi in gioco. Certamente non sono venuto qui semplicemente per passare del tempo».
E in passato, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, anche un altro Lancini (Carlo, ndr) ha vestito la maglia del Palermo, ma tra i due non c’è nessuna parentela: «Lo conosco, abita vicino casa mia». Il calciatore torna poi a parlare delle differenze tra le squadre del nord e quelle del sud, ammettendo di confidare molto nell’affetto dei tifosi: «Ho capito fin da subito che tra nord e sud cambia molto a livello di calore dei tifosi. Se andrà tutto bene, la gente ci starà vicino e sarà sicuramente un elemento in più per fare bene». Infine una parentesi tra i tanti giovani che, anche per motivi di regolamento, vestiranno la maglia rosanero: «I giovani sono tutti bravi. Vengono da Primavere importanti e hanno buoni valori. Le cose che faranno la differenza – conclude infine Lancini – saranno sicuramente la concentrazione e la cattiveria. Le qualità arriveranno dopo».
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