Il passo falso contro la Turris è stato solo un incidente di percorso o ha fatto scattare un piccolo campanello d’allarme? E’ il campo che parla e il campo ha dato la risposta. Battendo il Monopoli al Barbera con un rotondo 3-0 nella gara valida per la tredicesima giornata del girone C il Palermo ha dimostrato che il ko di misura rimediato mercoledì è stato un episodio. Da contestualizzare, sempre, nel processo di crescita di una squadra che ha molti margini di miglioramento e che, proprio perché è ancora in fieri, viaggia alternando nel proprio spartito note positive e negative, visibili anche nel match contro i pugliesi nonostante il verdetto favorevole emesso dal terreno di gioco. L’aspetto più importante, in ogni caso, è il fatto che rispetto alle battute iniziali del campionato i rosanero adesso sono diventati una squadra ed è questa, al di là dei pregi e dei difetti da correggere, la base più importante su cui potere realizzare mattoncino dopo mattoncino un edificio con delle fondamenta solide.
La giornata storta ci può stare ma il Palermo, che fin dal ritiro estivo ha tracciato un certo tipo di percorso anche dal punto di vista tattico (4-2-3-1), a prescindere dai risultati sta acquisendo comunque una fisionomia e, soprattutto, continua a credere in ciò che sta facendo basandosi su un lavoro che diventa ancora più ‘credibile’ nel momento in cui arrivano le vittorie. Gli uomini di Boscaglia erano chiamati a voltare subito pagina dopo la sconfitta con la Turris e, dopo un brivido iniziale per una grossa sbavatura all’alba del match da parte del convalescente Somma (difensore all’esordio al Barbera con la maglia rosanero e sotto la lente di ingrandimento dal punto di vista fisico assieme ad altri giocatori ancora alla ricerca del top della condizione dopo un periodo di stop forzato come Luperini o Silipo, meno ispirato del solito ieri in occasione della sua prima stagionale nell’undici titolare), nella sfida contro un Monopoli finora imbattuto in trasferta sono tornati immediatamente in carreggiata.
Lo hanno fatto in una giornata ricca anche di contenuti emotivi, in relazione ad esempio all’omaggio di tutta la squadra alla piccola Marta Episcopo (tifosa del Palermo di dieci anni morta a scuola nei giorni scorsi durante l’ora di educazione fisica e ricordata anche nel post-gara in sala stampa da Boscaglia e Marconi a nome di tutta la famiglia rosanero) e al ricordo di Diego Armando Maradona celebrato con un video proiettato sui due schermi dello stadio nel pre-partita, con il minuto di raccoglimento delle due squadre prima del fischio di inizio e con lo stop per un applauso di tutti i giocatori al decimo minuto di gioco, e in grado di dare delle conferme: il Palermo c’è e in questo strano campionato condizionato finora da diverse variabili (Covid in primis) può ancora dire la sua. Basta capire che ci vuole continuità ammettendo pure che, come non era tutto da buttare mercoledì in occasione della sconfitta con i corallini, allo stesso modo non è tutto oro ciò che luccica a proposito del successo contro la compagine guidata da Scienza. Un’affermazione conquistata in una partita che i padroni di casa sono stati bravi ad incanalare sui binari giusti nel primo tempo con due reti (rigore procurato da Rauti e trasformato da Almici e colpo di testa vincente del difensore Marconi sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Silipo) siglate in tre minuti tra il 20’ e il 23’ ma condita da una prova macchiata anche da qualche piccola imperfezione.
Si cresce anche in questo modo, sapendo che in un match con diversi spunti interessanti (il fatto che non facciano gol solo gli attaccanti – sugli scudi il terzino destro Almici protagonista di una prestazione maiuscola ed ‘entrato’ anche nel definitivo 3-0 di Saraniti a segno, di sinistro e al culmine di una bella azione, contro il Monopoli per la quarta gara di fila e con quattro maglie diverse – o che la porta sia rimasta inviolata sono aspetti da non sottovalutare) e sotto controllo contro un avversario supportato da buone idee ma confusionario nello sviluppo del gioco nell’ambito di un 3-5-2 scompaginato in fretta dal dinamismo dei rosanero la squadra può e deve migliorare in alcune situazioni. In termini di determinazione e cinismo, ad esempio, in fase realizzativa mettendo il punto esclamativo sul match nel momento opportuno o interpretando meglio certi momenti della gara (il riferimento è al secondo tempo) con una gestione del pallone più funzionale alle esigenze del collettivo.
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