Palermo ha le sue regole sulla pubblicità Orlando: «Atto che rompe un sistema»

Dopo 15 anni di attesa, 13 sedute e un centinaio di emendamenti, il Consiglio comunale a Palermo ha approvato il piano e il regolamento della pubblicità. Al netto delle considerazioni politiche, è un’altra delibera di peso per un assise che in tre anni ha messo a segno colpi importanti come il piano generale del traffico urbano, la consulta delle culture, le linee guida del nuovo piano regolatore, il regolamento dehors, il piano urbano del demanio marittimo e la nascita di Rap e Reset. Il tour de force in aula si è chiuso con 21 voti favorevoli, 16 astenuti e il voto contrario di Giuseppe Milazzo di Forza Italia.

Non tutto è filato liscio: la delibera è passata attraverso polemiche tra maggioranza e opposizione e tra partito e partito, fino alle recenti sollecitazioni del sindaco Leoluca Orlando e dell’assessore alle Attività produttive Giovanna Marano: «Non ci sono più alibi», avevano avvertito i due soltanto una settimana fa. La nuova normativa non sarà immediatamente operativa: un apposito ufficio del Piano pubblicità dovrà mappare la città stabilendo la collocazione delle diverse tipologie di impianto pubblicitario all’interno di 81 lotti a loro volta raggruppati in 14 macro-aree. I lotti saranno classificati in base al colore: rosso per il centro storico; arancione per l’espansione storica; giallo per quella urbana; azzurro per l’abitato consolidato; rosa per gli impianti sportivi, produttivi e commerciali; viola per nodi e corridoi di scorrimento; grigia per la cittadella universitaria e verde per le zone di riserva.

La superficie commerciale complessiva cresce da 46mila a 60mila metri quadrati, di cui 12.693 mq in gestione diretta dell’amministrazione comunale per le pubbliche affissioni; 34.335 mq alle ditte pubblicitarie tramite bando con concessioni di durata quinquennale; 7.353 mq per impianti di arredo urbano e 6 mila mq per fermate di autobus e tram. Tutti gli impianti regolarmente autorizzati fino al 2005 – dichiarati dalle stesse imprese in occasione del censimento del 2011 -, impianti per i quali, dunque, sono state versate le imposte, resteranno validi fino ai bandi di gara per l’assegnazione degli spazi pubblicitari. Gli altri dovranno essere smantellati. Si potranno installare impianti pubblicitari non solo sugli arrendi urbani ma anche in centri commerciali, banche, cantieri, carrozze, mezzi pubblici e aree verdi a patto di garantirne la manutenzione.

«Questo atto rompe un sistema – commenta Orlando – perché sancisce la vittoria della normale competizione economica sul monopolio. Entro un anno saranno attivate le gare e le imprese potranno misurarsi sulla base della qualità delle loro proposte. Il regolamento disegna una Palermo più bella e più ordinata che assicura sviluppo e competitività». «L’approvazione del Piano generale degli impianti pubblicitari e del relativo nuovo regolamento – commenta il sindaco insieme all’assessore Marano – è un atto di importanza storica per l’economia della città, che assicurerà il decoro, la fruibilità della bellezza cittadina e nuove entrate finanziarie». Un plauso arriva anche dall’opposizione, per bocca dell’Italia dei Valori: «Il regolamento della pubblicità – dicono Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti – farà ordine in un settore per troppi anni ridotto a un Far West. Abbiamo voluto fortemente questo regolamento che era previsto anche dal programma elettorale con cui siamo stati eletti: manteniamo così una delle promesse fatte alla città. Adesso – avvertono i due – ci aspettiamo che si parli subito di movida»: la nuova ordinanza, infatti, scade a fine mese.

Soddisfazione a metà per i democratici. Per il capogruppo Rosario Filoramo si può parlare di «bicchiere mezzo pieno». «Abbiamo consentito col nostro lavoro – dice – che la città di Palermo si doti di un regolamento e di un piano per la pubblicità. Uno strumento necessario a garantire una razionalizzazione dell’impiantistica pubblicitaria, sino ad adesso relegata all’iniziativa estemporanea dei privati. La nostra idea di piano per la pubblicità prevede il rispetto delle regole del codice della strada, la sicurezza dei cittadini, il rispetto dell’ambiente e dell’estetica, garantendo la salvaguardia dei posti di lavoro e le garanzie per gli imprenditori del settore di regole certe e non punitive. Il nostro voto di astensione è legato alle carenze dell’atto, infatti questo voto è un primo step – precisa Filoramo -, l’atto dovrà ritornare in consiglio solo quando verrà completato dalla relativa cartografia, mentre restano parziali e contraddittori troppi punti dell’articolato e del piano che confidiamo gli uffici vorranno armonizzare. Siamo soddisfatti – prosegue – per l’approvazione dei nostri emendamenti in materia di rispetto dell’immagine delle donne, dei minori e contro ogni discriminazione e violenza segnalando la necessità di porre attenzione ai rischi del gioco d’azzardo patologico. Abbiamo pensato non solo alla forma della pubblicità ma anche ai contenuti».


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